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Tumore al seno, funziona nuovo vaccino per prevenire le ricadute dopo l’operazione

Buoni risultati su 180 donne con carcinoma HER2 positivo (una delle forme più aggressive). Il farmaco sembra in grado di potenziare le cellule immunitarie destinate a distruggere le possibili metastasi

E’ in arrivo un vaccino contro le ricadute dei tumori della mammella definiti HER2 positivi (che sono particolarmente aggressivi e rappresentano circa il 30% delle forme totali di carcinoma al seno). I risultati, importanti, della sperimentazione sono stati presentati al Breast Cancer Symposium di San Francisco (Stati Uniti) e illustrati anche al recente congresso di immuno-oncologia organizzato a Ginevra dalla European Society for Medical Oncology (Esmo).

La sperimentazione con il vaccino, denominato GP2, è stata coordinata da un’équipe dell’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas. Ma il farmaco è stato " testato" anche in diversi centri europei, su 180 donne complessivamente, con un’età media di 51 anni.

Il GP2 è uno dei pochissimi vaccini di questo tipo in avanzata fase di sperimentazione, e ha dimostrato di essere sufficientemente sicuro e in grado di intervenire con efficacia sui tumori che iper-esprimono, come si dice in gergo tecnico, il gene HER2 (questo gene "produce" una proteina che porta lo stesso nome e che rappresenta un importante fattore di crescita per le cellule. Se è alterata, può favorire la nascita del tumore).

I risultati migliori sono stati ottenuti su donne che erano state operate per carcinomi con una forte "espressione" del gene HER2 (queste pazienti hanno fatto registrare un’assenza completa di ricadute dopo 34 mesi, se prima della vaccinazione erano state trattate anche con l’anticorpo monoclonale trastuzumab). Il vaccino è comunque risultato efficace, ma in grado inferiore, anche sulle donne con livelli più bassi di HER2.

Il vaccino è "mirato" contro un peptide (un frammento di proteina) presente solo sulle cellule tumorali, e aiuta i linfociti T citotossici CD8+ ("poliziotti" importanti del nostro sistema difensivo) a identificare e distruggere il carcinoma. Visti i risultati incoraggianti, la coordinatrice della sperimentazione, Elizabeth Mittendorf, ha annunciato che il suo gruppo dell’MD Anderson Cancer Center sta pianificando l’avvio di un nuovo studio di fase II. L’arruolamento delle pazienti (sempre con carcinoma HER2 positivo) è previsto per i prossimi mesi.

P.R.C.
Data ultimo aggiornamento 14 gennaio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: immunoterapia, vaccino



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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