Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

L’infezione da herpes zoster fa aumentare
il rischio di Alzheimer, il vaccino protegge

Il legame tra alcune infezioni (soprattutto virali) e un aumento del rischio di demenza è noto da anni, e continua a trovare conferme. Una delle infezioni più studiate, da questo punto di vista, è quella da herpes zoster, l’infezione veicolata dal virus varicella zoster (VZV), che arriva anni dopo la varicella, e che sembra innescare, o quantomeno favorire, la neurodegenerazione. E ora uno studio condotto dai neurologi del Brigham and Women’s Hospital di Boston, appena pubblicato su Alzheimer s Research & Therapy, rafforza ulteriormente l’ipotesi. In esso infatti i ricercatori hanno analizzato i dati di tre grandi studi di popolazione che hanno riguardato il personale sanitario americano negli anni scorsi: il Nurses’ Health Study, il Nurses’ Health Study 2, e lo Health Professionals Follow-Up Study, e che hanno coinvolto un totale di quasi 150.000 persone di cui, ogni due anni, venivano raccolti dettagliati dati sanitari e non solo. Tra questi vi erano gli episodi di herpes zoster (noto anche come fuoco di Sant’Antonio), che possono ripetersi dopo una certa età, e l’incidenza di declino cognitivo, la condizione che può preludere allo sviluppo di una demenza vera e propria. Il risultato è stato netto: chi aveva una storia di zoster aveva anche un rischio di declino cognitivo superiore del 20% rispetto a chi non aveva avuto episodi di quel tipo, e il rischio era ancora più pronunciato in chi aveva due copie di un gene chiamato APOE4, noto per favorire anch’esso la demenza. Secondo gli autori, il motivo è relativamente chiaro: il virus, che resta nell’organismo pe rtutta la vita e si localizza nei nervi, danneggia i vasi, le cellule e i nervi del cervello, rendendo quest’ultimo più vulnerabile ai processi neurodenegerativi.

La buona notizia, però, è che da diversi anni esiste un vaccino estremamente efficace contro l’infezione e, come è stato dimostrato nelle scorse settimane, attivo anche. Non a caso, in molti paesi tra i quali l’Italia è consigliato a tutti gli over 65 e a diverse persone appartenenti a categorie a rischio. La diffusione del vaccino è purtroppo ancora bassa, e la speranza è quindi che, anche grazie a questo studio, più persone capiscano l’importanza di vaccinarsi e i grandi benefici che possono derivare dall’immunizzazione contro l’herpes zoster.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 18 settembre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA