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Gli inchiostri usati in tatuaggi e make up permanenti spesso sono contaminati

I tatuaggi e il make up permanente possono dare origine a infezioni e reazioni immunitarie talvolta pericolose, perché gli inchiostri con i quali vengono realizzati sono sovente contaminati da batteri di diverso tipo. Sarebbe quindi necessario regolamentare molto più severamente i materiali utilizzati, in modo che i clienti possano essere del tutto sicuri.

Da diversi anni è noto che, almeno in una certa percentuale di casi, gli inchiostri possono essere contaminati da germi. Lo aveva dimostrato un’indagine del 2012. Poi, nel 2018, un altro studio degli esperti della Food and Drug Administration (FDA) statunitense aveva confermato che più della metà degli 85 campioni di inchiostro ancora chiuso analizzati, venduti da 13 produttori diversi, contenevano batteri aerobi. Ora lo stesso gruppo fa un passo ulteriore, analizzando 75 nuovi tipi di inchiostro anche per la presenza di batteri anaerobi, che cioè proliferano in assenza di ossigeno (e quindi, sono molto a loro agio nelle confezioni chiuse di inchiostro). Come riportato su Applied and Environmemntal Microbiology, il risultato delle analisi è stato che in 26 di essi, pari quindi a circa un terzo del totale, erano rilevabili batteri, per lo più di uno solo tipo, ma in alcuni casi anche di due o più tipi nello stesso campione. Grazie all’analisi genetica, è stato possibile individuare ben 22 specie diverse, due delle quali anaerobiche (Cutibacterium acnes e Staphylococcus epidermidis), e otto potenzialmente patogene. La famiglia più rappresentata è stata quella degli stafilococchi, molto presenti sulla cute umana, per lo più innocui, ma che talvolta possono diventare pericolosi e anche mortali.

Le cause delle contaminazioni non sono state identificate, e alcuni dei prodotti contaminati erano stati etichettati come sterili.

Per tutti questi motivi, sarebbe urgente rivedere le norme specifiche, e obbligare i produttori a vendere solo inchiostri realmente sterili.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 13 settembre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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