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Pandemia di Covid 19: i "fantasmi genetici"
inchiodano il mercato del pesce di Wuhan

Aumentano le prove a carico del mercato del pesce Huanan di Wuhan, in Cina, come focolaio di origine del salto di specie di Sars-CoV2, mentre perde terreno l’ipotesi di un virus prodotto in laboratorio e sfuggito ai controlli, per la quale mancano riscontri. Anche se non ci sarà probabilmente mai la prova definitiva, lo studio pubblicato su Cell dai ricercatori dell’Università dell’Arizona aggiunge infatti un tassello importante alla ricostruzione di quanto accaduto, e corrobora l’idea che il coronavirus sia arrivato dai pipistrelli, passando da una specie serbatoio che, a contatto con l’uomo, avrebbe causato il salto di specie.

Lo studio, che ha visto la collaborazione di diversi gruppi internazionali di ricerca tra i quali quello dei Chinese Center for Disease Control and Prevention, e che è l’ultimo di una serie di caratterizzazioni pubblicate negli ultimi mesi, è partito dall’analisi del materiale genetico contenuto in circa 800 campioni provenienti dal mercato, raccolto dai ricercatori cinesi già a partire da un’ora dopo la sua chiusura, il primo gennaio del 2020 e nei primissimi pazienti colpiti. Verificando con tecniche di ultima generazione quanto ottenuto da tamponi effettuati ovunque: sulle pareti, nelle gabbie, sui banchi da lavoro, nei lavandini, nei liquidi di scolo, gli autori hanno ristretto l’elenco dei possibili animali serbatoio a una mezza dozzina di specie, includendo i cani procione, gli zibetti, i ratti del bambù, i ricci  dell’Amur, il porcospino malese, il muntjac di Reeves e la marmotta dell’Himalaya (per queste ultime due specie le prove sono meno forti), alcuni dei quali da tempo nel mirino dei virologi come possibili serbatoi. Per questi animali, infatti, sono state trovate tracce genetiche (dette anche "fantasmi") della loro presenza e, nello stesso campione, di Sars-CoV2. Inoltre, sono giunte conferme da studi sull’evoluzione genetica dei virus ritrovati, e dal confronto con campioni di altri mercati della stessa città attivi nello stesso periodo. Ciò che si può affermare, per ora, è che Sars-CoV 2 era molto presente in quel mercato, in due varietà e in diversi tipi di mammiferi. 

Quanto scoperto potrà ora consentire di restringere il campo, e di concentrarsi solo su queste specie per cercare di capire quale di esse ospiti il virus senza risentirne, e possa aver dato il via al salto di specie o spillover.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 4 ottobre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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