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I bambini di chi fuma in gravidanza corrono maggiori rischi di allergie

Un centro tedesco ha individuato i meccanismi molecolari che causano il ridotto funzionamento del sistema immunitario. Le conseguenze sono problemi respiratori, basso peso, malattie cardiovascolari e dermatite

La donna incinta che fuma espone il proprio figlio a un maggiore rischio di sviluppare diverse malattie, tra cui patologie respiratorie, basso peso alla nascita, asma, malattie cardiovascolari e allergie. Ma perché l’inalazione dei composti volatili delle sigarette ha questi effetti? Per chiarirlo e, in particolare, per spiegare il rapporto tra fumo, allergie e asma, i ricercatori dell’Helmholtz Center for Environmental Research di Leipzig, in Germania, hanno condotto uno studio su 315 donne incinte, il 6,6% delle quali fumatrici.

Il team si è concentrato su piccoli frammenti di materiale genetico, chiamati micro RNA (o mRNA, i sottotipi 223 e 155), che regolano la maturazione e il funzionamento del sistema immunitario attraverso un’azione diretta su alcune cellule che ne fanno parte, ossia i linfociti T (chiamati, appunto, regolatori). Come riferito sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, gli autori hanno misurato i livelli dei micro RNA e dei linfociti T regolatori nel sangue e nelle urine delle donne incinte alla trentaseiesima settimana, e nel cordone ombelicale al momento del parto. Poi hanno chiesto alle madri di compilare dei questionari periodici per rilevare le allergie dei 441 bambini nati.

Hanno così visto che le donne che fumavano avevano un valore dei mRNA (in particolare, dei mRNA 223) più alto, in misura direttamente collegata al numero di sigarette fumate e, conseguentemente, un numero più basso di linfociti T regolatori, fattore a sua volta associato a un rischio più alto di sviluppo di allergie. A questo dato corrispondeva un numero più elevato di bambini al di sotto dei tre anni allergici tra i figli delle fumatrici, e un rischio doppio di sviluppare una dermatite atopica, cioè una malattia infiammatoria della pelle, sempre rispetto a quanto visto nei figli delle non fumatrici. L’inalazione dei composti volatili delle sigarette sembra dunque modificare in maniera significativa l’espressione di questi importanti frammenti di materiale genetico e, con essi, la corretta maturazione del sistema immunitario del nascituro.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 novembre 2014
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: allergie, dermatite atopica, fumo, gravidanza



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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