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Vivere in campagna fa davvero bene a tutti (anche a chi ci si trasferisce da adulto)

Una ricerca danese mostra che si attenuano i sintomi e la frequenza degli attacchi asmatici. E smentisce chi afferma che solo l’esposizione agli irritanti durante l’infanzia ha effetto sul sistema immunitario

Le allergie sono in crescita in tutti i paesi più sviluppati ormai da diversi decenni, al punto che oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), almeno una persona su tre ne presenta una qualche forma. Tra le ipotesi sulle cause di questo aumento c’è la cosiddetta teoria igienica, formulata nel 1989 da David Strachan, un epidemiologo inglese che ha studiato per molti anni le condizioni più comunemente associate alla comparsa di allergie in 17mila individui nati nel 1958. Secondo Strachan, la minore esposizione agli agenti irritanti e ai germi durante l’età infantile, dovuta a un eccessivo uso di detergenti per gli ambienti e per il corpo, cioè l’eccesso di igiene, non permetterebbe al sistema immunitario di maturare adeguatamente e questo, a sua volta, causerebbe una maggiore suscettibilità alle allergie.

Ora una conferma indiretta all’idea dell’epidemiologo, che ha molti sostenitori ma anche molti detrattori, viene da uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology dai ricercatori dell’Universtà di Aarhus, in Danimarca, che hanno analizzato l’andamento delle allergie in un gruppo di adulti che si erano trasferiti in campagna dalla città e in un gruppo di persone nate e cresciute in ambienti rurali, dove è massima l’esposizione a pollini, batteri, muffe e a molti altri irritanti. Con sorpresa degli stessi autori, la vita agreste sembra proteggere non solo chi nasce e cresce in campagna, e ha quindi un sistema immunitario che ha potuto maturare con una corretta esposizione agli allergeni, ma anche chi, da adulto, si trasferisce nelle zone rurali, allontanandosi dall’ambiente urbano. Pure in costoro, infatti, i sintomi e la frequenza degli attacchi allergici e asmatici risultano attenuati. Il dato smentisce l’opinione più diffusa, e cioè che solo l’esposizione durante l’infanzia possa avere effetto sulla modulazione del sistema immunitario.

Naturalmente non si può consigliare a tutti coloro che soffrono di allergie di trasferirsi in campagna: molti soffrono per l’alta concentrazione di polveri presente e non di rado hanno un peggioramento dei sintomi. Tuttavia per alcuni il consiglio potrebbe essere motivato. Inoltre, secondo i ricercatori, la scoperta lascia intravedere nuove prospettive di cura e prevenzione delle malattie allergiche, sulle quali sarebbe possibile intervenire anche quando il sistema immunitario è maturo.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 novembre 2014
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: allergie, teoria igienica



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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