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Vuoi davvero smettere di fumare? Chiedi aiuto alla citisina del maggiociondolo

Per chi vuole smettere di fumare, c’è un farmaco che può essere di grande aiuto, ed è ben tollerato, con scarsi effetti colaterali ed estremamente economico: la citisina.

Utilizzata in Europa fino dagli anni sessanta (la prima sintesi industriale è avvenuta in Bulgaria nel 1964), estratta dal maggiociondolo (Cytisus Laburnum) e in altri esponenti della famiglia delle Fabacee, aiuta ad abbandonare le sigarette perché stimola gli stessi recettori della nicotina, chiamati appunto nicotinici, contribuendo a diminuire i sintomi dell’astinenza. Inoltre, la citisina, che è disponibile da tempo come farmaco generico, e costa quindi pochissimo, non comporta effetti collaterali degni di nota. 

Ora la sua grande efficacia è stata appena confermata da una metanalisi di 12 studi che hanno coinvolto in totale circa 6.000 fumatori. Secondo quanto riportato dai ricercatori del Centro Nacional de Intoxicaciones (CNI), di Buenos Aires , in Argentina, su Addiction, infatti, la citisina è accompagnata da un tasso di successi doppio rispetto al placebo. Inoltre, anche se i dati non sono ancora sufficienti a esprimersi in modo netto, con ogni probabilità è nettamente superiore alle terapie sostitutive con nicotina (per esempio in cerotti o gomme) e, anche, uguale o superiore rispetto ad alcuni farmaci. Purtroppo non è in vendita ovunque nel mondo, ma in Europa si torva quasi ovunque, anche se non sempre come prodotto già pronto; a volte è necessario chiedere al farmacista di realizzare una formulazione galenica personalizzata, per esempio in capsule.

Chi vuole iniziare l’anno con questo (ottimo e auspicabile) proposito non ha che da provare la citisina, sempre chiedendo consiglio al proprio medico, che si esprimerà in base alla condizione generale di salute e alle possibili interazioni con altri farmaci assunti.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 gennaio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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