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Solo po’ di luce naturale prima del risveglio assicura un inizio di giornata perfetto

Per avere un risveglio ottimale sarebbe opportuno dormire con la luce naturale, più che con quella artificiale. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Osaka, in Giappone, i cui risultati sono stati pubblicati su Habitat International. Per verificare l’effetto di diversi tipi di luce sul risveglio, gli autori hanno chiesto a una ventina di persone sane di riposare in tre condizioni diverse: nella prima, la luce naturale veniva introdotta circa venti minuti prima del risveglio; nella seconda, la stessa luce era lasciata durante tutta la durata del riposo; nella terza era presente solo la luce artificiale, attivata la risveglio.

Dopo la sveglia, a tutti sono stati misurati il livello di allerta, quello di sonnolenza e quello di affaticamento. Inoltre, tutti sono stati sottoposti a un dettagliato questionario finalizzato a verificare il loro benessere. I risultati delle misurazioni, così come le risposte al questionario, hanno indicato chiaramente che la modalità migliore è quella che prevede l’esposizione alla luce naturale per 20 minuti prima del risveglio, perché quella che lascia esposti per tutta la notte può essere eccessiva e causare un’allerta superiore a quanto necessario. Bocciata, invece, la luce artificiale, che è collegata ai risultati peggiori, mentre quella naturale va comunque bene, anche se è meglio “assumerla” in piccole dosi, da somministrare subito prima del risveglio.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 18 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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