Notice: Undefined index: privacy in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/top/privacy_advisor.php on line 1

Questo sito utilizza cookies tecnici (Google Analytics) per l'analisi del traffico, senza scopi commerciali; proseguendo la navigazione ci si dichiara implicitamente d'accordo all'uso dei medesimi Ok, accetto

Un vaccino per fermare la Candida auris,
il super-fungo resistente che preoccupa

L’allarme si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, visti i numeri. Il fungo microscopico Candida auris, identificato nel 2009 in Asia per la prima volta e capace di infettare gli esseri umani, è - nella sua versione resistente a tutti i farmaci disponibili - in vertiginoso aumento negli Stati Uniti, e anche in numerosi altri Paesi le segnalazioni stanno aumentando.
La notizia dell’incremento è arrivata direttamente dal Centro di controllo delle malattie infettive di Atlanta che ha pubblicato, sugli Annals of Internal Medicine, un rapporto in cui spiega che, nel 2021, il numero di infezioni identificate è raddoppiato rispetto all’anno precedente ed è triplicato rispetto alla media dei due anni precedenti, arrivando a interessare già 17 stati. Il nome, auris (orecchio, in latino), deriva - lo ricordiamo - dal fatto che questo fungo è stato identificato inizialmente nel condotto uditivo esterno di una donna, ma può diffondersi in molte altre zone dell’organismo.

L’infezione, non pericolosa nelle persone sane, può diventarlo fino alle estreme conseguenze in chi non abbia il sistema immunitario sufficientemente reattivo: in questi casi, è mortale in un paziente su tre (ma a volte la mortalità arriva al 70%), e poiché si presenta con sintomi poco specifici quali la febbre, e sovente in persone ricoverate o che comunque non sono in buona salute, la diagnosi è difficile, e viene confermata solo attraverso specifici esami di laboratorio, peraltro non disponibili ovunque.
Per questi motivi l’aumento dei casi crea apprensione: si teme una diffusione silente, veicolata dalla colonizzazione dei centri di cura. Situazione difficile da affrontare, perché i funghi crescono ovunque, e sono molto più ostici da debellare rispetto ai batteri o ai virus. Nell’attuale crisi statunitense, sono stati segnalati cinque focolai di questo tipo in altrettanti ospedali (forse anche a causa dell’emergenza Covid, durante la quale altre malattie, procedure o urgenze sono state trascurate), con un totale, per il 2022, di 2.377 casi accertati (di cui 359 in California e 160 in Texas): quasi un raddoppio, rispetto ai 1.471 casi del 2021, e una crescita ancora più macroscopica rispetto ai 759 del 2019. 

Anche in Europa, dove le prime segnalazioni sono anch’esse del 2013, dal 2015 hanno iniziato a comparire i primi focolai, in Francia. Da allora, il numero di casi è in rapido e preoccupante aumento, e tra il gennaio 2018 e il maggio 2019 erano già stati segnalati 349 casi in nove Paesi: 291 in Spagna, 48 nel Regno Unito, 3 in Germania, 2 nei Paesi Bassi e un caso in Austria, Francia, Grecia, Norvegia e Polonia. 

In Italia, dal 2019 sono stati descritti casi sia importati che autoctoni, per un totale di circa 300 pazienti, con un focolaio epidemico che ha coinvolto principalmente Liguria ed Emilia Romagna. Il primo caso di C. auris in Liguria è stato segnalato all’Ospedale San Martino di Genova nel luglio 2019 e, da quel momento, le segnalazioni hanno continuato a verificarsi sporadicamente nello stesso ospedale; nel febbraio 2020, C. auris è stata rilevata in un’unità di terapia intensiva per il trattamento di pazienti con Covid-19 grave, sempre nel policlinico genovese, con un successivo aumento del numero di casi nel corso del 2020, e un decremento nella seconda parte del 2021.

Ciò che preoccupa maggiormente, e che ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a inserire le infezioni da C. auris tra le principali minacce globali, è il fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, le varietà identificate finora resistono alle echinocandine, gli antimicotici di ultima istanza, riservati ai casi che non rispondono a nessun altro trattamento: per tale motivo, su organismi debilitati l’infezione può rivelarsi mortale.

E anche per questo è stata salutata con un moderato sollievo l’approvazione, da parte della FDA statunitense, di un nuovo farmaco della stessa categoria, che potrebbe essere efficace, almeno in una parte dei casi. Si chiama rezafungin, e tra i vantaggi c’è il fatto che deve essere assunto solo una volta alla settimana e non giornalmente come gli altri. Purtroppo va anche ricordato che, dal momento che si tratta di una molecola della stessa classe delle precedenti, potrebbe essere inefficace contro quei ceppi che, appunto, abbiano sviluppato resistenza nei confronti delle echinocandine. Improbabile, in atri termini, che si tratti di una soluzione radicale e definitiva.

Per questo la via più promettente sembra essere la stessa che ha permesso di fermare la pandemia di Covid-19: quella dei vaccini. Il Lundquist Institute di Los Angeles, in California, un centro di ricerca specializzato che da diversi anni lavora sui vaccini per i miceti, sta accelerando i test del suo vaccino, che nei modelli animali si è mostrato efficace. Il vaccino è composto da un antigene che attiva il sistema immunitario in due diversi settori della sua struttura, e che sembra capace di stimolare sia la produzione di anticorpi specifici, che quella dei linfociti T. Negli animali infettati conferisce resistenza all’infezione e, se unito ad altri farmaci, allunga significativamente la sopravvivenza, in caso di infezione.

Al momento ci sono anche altri vaccini allo studio, due dei quali sono già alle prime fasi della sperimentazione sugli esseri umani. La speranza è che, entro pochi mesi, si arrivi a un vaccino efficace, che sarebbe anche il primo nei confronti di una micosi, e potrebbe quindi indicare la via anche a vaccini simili per altre infezioni fungine.
-----
(Nella foto in alto, dell’agenzia iStock, la Candida auris vista al microscopio)

Data ultimo aggiornamento 3 aprile 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA