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Uno stimolo acustico e uno elettrico, dati
insieme, possono sconfiggere il tinnito

Il tinnito, fastidioso disturbo che provoca, in che è colpito, ronzii, eco, e suoni che possono ridurre la capacità uditiva e abbassare la qualità della vita, è un disturbo che dipende, in parte, dall’ iperattività di un gruppo di cellule nervose chiamato nucleo dorsale cocleare. Partendo da questo presupposto, i ricercatori dell’Università del Michigan di Ann Arbor hanno pensato di sottoporre i pazienti a un doppio trattamento: acustico, per contrastare i suoni, ma anche elettrico, per riequilibrare l’attività di quel nucleo di cellule e agire così sulla risposta agli stimoli. A tale scopo hanno progettato un dispositivo composto da auricolari simili a quelli degli smartphone, più due elettrodi da far aderire alla testa, che emettono una stimolazione elettrica personalizzata in base alle caratteristiche del paziente e del suo tinnito. Quindi hanno selezionato circa un centinaio di persone che soffrivano di tinnito cosiddetto somatico, nel quale i disturbi sono generati dai movimenti della testa e del collo, e li hanno suddivisi in due gruppi. Il primo è stato sottoposto allo stimolo doppio, acustico ed elettrico, mentre il secondo solo a quello acustico, in entrambi i casi per sei settimane, 30 minuti al giorno, ma nessuno sapeva a quale gruppo apparteneva, perché lo stimolo elettrico non era in alcun modo percepibile. Quindi, dopo sei settimane di pausa, i gruppi sono stati invertiti. Come riportato su JAMA Open, dopo la prima sessione i trattati mostravano un netto miglioramento, indicato dai partecipanti come un dimezzamento dei disturbi e, fatto molto positivo, l’effetto (misurato con apposite scale) era di lunga durata, perché era ancora ben presente dopo 35 settimane. Il gruppo di controllo, invece, aveva avuto solo benefici assai modest, a stento misurabili. Ora si dovrà confermare quanto osservato in campioni più ampi, ma se tutto andrà come si spera potrebbe esserci presto un trattamento erogato a casa, da un dispositivo semplicissimo da usare, e probabilmente non molto costoso. Ma, soprattutto, efficace.

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 25 luglio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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