AUTOIMMUNITà
Un endocannabinoide dato localmente
aiuta a contrastare la dermatite da lupus

Per ora si tratta di modelli animali, ma se i risultati ottenuti su di essi dovessero essere confermati nell’uomo, le persone che soffrono della forma cutanea di lupus eritematoso potrebbero avere a disposizione un nuovo trattamento, basato su una sostanza prodotta dallo stesso organismo, in una formulazione innovativa. La molecola è l’anantamide, un endocannabinoide, cioè una sostanza simile ai principi attivi della cannabis come il CBD e il THC, che l’organismo umano produce spontaneamente, e per i quali ha specifici recettori, e che è nota per avere effetti immunomodulatori e antinfiammatori. Come riportato su Experimental Dermatology, i ricercatori del dipartimento di dermatologia della Washington University hanno messo a punto una formulazione locale in nanoparticelle, che viene assorbita dalla cute ed esercita solo lì la sua azione, e l’hanno somministrata ai modelli animali della malattia. Dopo dieci settimane di trattamento dato due volte alla settimana, i topi che avevano ricevuto anandamide in nanocapsule hanno mostrato una chiara diminuzione delle lesioni, diventate più piccole e meno irritate, con diminuzione delle citochine infiammatorie come l’interleuchina 6, mentre quelli di controllo hanno avuto un aggravamento o comunque nessun miglioramento. Inoltre, la formulazione in nanoparticelle è stata molto più efficace di quelle tradizionali, nelle quali il principio attivo era stato semplicemente disciolto. Ora i test proseguono, ma se tutto fosse confermato, i pazienti potrebbero passare da trattamenti non specifici come le creme a base di cortisonici a una cura molto più efficace, specifica e, per ciò che si è visto finora, priva di effetti collaterali.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 28 dicembre 2023
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