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Troppo zucchero fa sempre male alla salute.
Mai assumerne più di 6 cucchiaini al giorno

Lo zucchero (saccarosio) aggiunto a cibi e bevande non ha alcun tipo di effetto positivo e, al contrario, se in quantità che eccedono i 6 cucchiaini al giorno (25 grammi), ne ha diversi negativi, perché aumenta il rischio della maggior parte delle malattie non trasmissibili.

Giunge a questa conclusione una revisione di 73 metanalisi, che hanno messo insieme oltre 8.600 studi singoli che, a loro volta, hanno indagato oltre 80 possibili aspetti relativi a 45 malattie e ai loro rapporti con lo zucchero libero, cioè aggiunto, in adulti e bambini. Tra le patologie indagate vi sono i tumori, l’obesità, l’asma, il diabete, le malattie cardiovascolari, le carie, l’ictus, la gotta, la depressione e molte altre, oltre alla mortalità generale. E il risultato è sempre lo stesso: se si assume zucchero, indici di rischio e decorsi peggiorano.

Nella revisione, condotta dai ricercatori cinesi e statunitensi e pubblicata sul British Medical Journal, emerge anche un altro dato: nessuno studio ha mai dimostrato un effetto positivo riconducibile all’assunzione di zucchero, e quelli che ne hanno suggerito uno sono tutti di pessima qualità statistica.

Si conferma quindi valido ciò che ha affermato l’OMS: non bisogna superare i 25 grammi di zucchero al giorno (quantità che, purtroppo, si raggiunge spesso anche solo attraverso lo zucchero aggiunto agli alimenti industriali, spesso senza che il consumatore ne abbia contezza) e, per quanto riguarda le bevande dolci, veri concentrati di zucchero, non bisognerebbe berne più di una a settimana.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 12 aprile 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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