CORTOCIRCUITI
Troppo spesso le malattie autoimmuni
sono liquidate come malanni psicosomatici

I pazienti con malattie autoimmuni quali l’artrite reumatoide, il lupus o la vasculite, ancora oggi vengono troppo spesso trattati come malati immaginari, persone che hanno solo disturbi di tipo psicosomatico o pischaitrico. E questo ha gravi conseguenze sulla loro salute e sul benessere psicologico. Lo dimostra uno studio pubblicato su Rheumatology, nel quale i ricercatori dell’Università di Cambridge, in Gran Bretagna, hanno anlizzato il vissuto di una coorte di tremila persone, per lo più pazienti con una diagnosi di autoimmunità arrivata molti anni dopo le prime visite, ma anche medici. Oltre l’80% degli intervistati ha riportato traumi psicologici gravi dagli errori diagnostici nei quali la malattia autoimmune è stata scambiata per una patologia psichiatrica o per un disagio psicologico, e il 72% ricorda quei momenti in modo vivido e drammatico anche dopo decenni. Essere considerati persone che simulavano i sintomi ha compromesso le relazioni con i medici anche degli anni successivi, ha allontanato i pazienti dalle terapie e ha accentuato ansia e depressione fino a far nascere pensieri suicidari.
I medici, dal canto loro, hanno affermato che possono ricorrere a quel tipo di interpretazione quando non c’è una spiegazione chiara e i sintomi sono poco specifici, nel tentativo di tranquillizzare il paziente, ma anche di sapere che se poi la diagnosi arriva, la fiducia del malati può essere persa per sempre.
Dai racconti emerge comunque anche la possibilità di recuperare un rapporto compromesso, e di affrontare insieme la malattia. Lo studio suggerisce diversi modi per farlo. Per esemepio, i medici devono parlare anche dei propri fallimenti, e gli ospedali dovrebbero avere sempre a disposizione un servizio di psicologia e la diagnosi dovrebbe essere il più precioce possibile, per evitare che i pazienti siano mandati da più speciaòisti inutilmente. Inoltre, i medici dovrebbero essere maggiormente formati su tutta l’autoimmunità, che spesso sfugge a un’indagine superficiale o non specialistica, ma che invece, una volta diagnosticata, può essere curata anche molto effucacemente.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 24 marzo 2025
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