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Studi ok per vaccino anti-Chagas, terza malattia tropicale più diffusa

Nei prossimi anni potrebbe essere disponibile un vaccino per la terza malattia tropicale più diffusa: il morbo di Chagas, veicolato dal parassita Trypanosoma cruzi. Si stima che le persone colpite siano tra gli 11 e i 18 milioni in tutto il mondo (soprattutto nel Centro e Sudamerica), e che la malattia causi circa 50.000 decessi ogni anno, dovuti a complicazioni di varia natura (principalmente cardiache). Non esistono terapie, né farmaci e, di recente, il morbo di Chagas ha fatto la sua comparsa anche negli Stati Uniti, con una ventina di casi in Texas.

Ora, però, un gruppo di infettivologi e immunologi dell’Università del Texas, sede di Galveston, ha pubblicato sulla rivista PLoS Pathogens i dati di un vaccino che è stato sperimentato, per il momento, solo sugli animali da laboratorio. Il farmaco è stato ottenuto analizzando il genoma del Trypanosoma cruzi e identificando tre proteine – e relativi geni – candidati ideali per il vaccino. Il medicinale è poi stato somministrato in diverse dosi, con o senza adiuvante (una sostanza, cioè, che rafforza la risposta immunitaria), agli animali.

Dopo alcune settimane sono stati esposti al Trypanosoma cruzi sia gli animali vaccinati, sia un gruppo di animali di controllo, e il risultato è stato che gli animali vaccinati, rispetto agli altri, hanno resistito molto meglio e hanno mostrato di avere un livello di parassiti da due a tre volte inferiore. La risposta immunitaria si è dimostrata buona anche dopo sei mesi, pur se leggermente diminuita. Rapportando agli uomini i tempi degli animali, la conclusione dei ricercatori è stata che l’effetto potrebbe essere a lungo duraturo.

Ora inizieranno i test sull’uomo per verificare la sicurezza del vaccino, e in seguito la sua efficacia.

A.C.
Data ultimo aggiornamento 7 maggio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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