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Sorpresa: nei Paesi più sviluppati la malattia
di Alzheimer appare stabile o in calo

Contrariamente a tutte le previsioni, nella maggior parte dei Paesi più sviluppati la prevalenza (cioè il numero di persone in vita con una diagnosi certificata) della demenza di Alzheimer è stabile o, più spesso, in calo. E un’analisi effettuata su 21.000 pensionati da uno dei grandi "think tank" statunitensi, la RAND Corporation, corretta in base a numerosi possibili fattori confondenti, e pubblicata sull’autorevole rivista scientifica PNAS, lo ha appena confermato. In particolare, tra il 2000 e il 2016 la percentuale delle persone, negli USA, con la malattia è passata dal 12,2% (tra gli over 65) all’8,5%, cioè è diminuita di quasi un terzo, calando in modo costante. Inoltre, si sono accorciate le distanze tra i gruppi etnici: tra i maschi, il calo è stato del 7,3% tra gli afroamericani, gruppo particolarmente soggetto alla malattia fino a pochi anni fa, mentre tra i caucasici è scesa del 2,7%. Analogamente, si è assottigliata la prevalenza dell’Alzheimer nelle donne, perché tra di loro la diminuzione è stata del 3,9%, mentre tra gli uomini del 3,2% e i valori sono diventati quindi, rispettivamente, del 9,7% e del 7%.

La tendenza, come dicevamo, si riscontra anche in altri Paesi a elevato livello di sviluppo. Come mai? Molti neurologi ed epidemiologi ritengono che la riduzione dei casi nonostante l’avanzare dell’età media sia dovuto all’adozione di più misure preventive quali uno stile di vita più sano (con, in primo luogo, l’abbandono del fumo e un’alimentazione più consapevole) e maggiore adozione di pratiche preventive come il controllo della pressione. Inoltre, il calo della malattia è senza dubbio dovuto anche all’aumento del livello di scolarizzazione, che è tra i primi fattori di prevenzione, e che spiega anche perché, in chi è molto anziano oggi, ed è quindi cresciuto in una società molto più patriarcale di quella attuale, dove le donne avevano più raramente accesso all’istruzione superiore, la malattia sia più diffusa appunto tra le donne. Oggi le tendenze sono sovrapponibili, e si pensa che in futuro lo saranno in modo ancora più marcato, perché le donne, oggi, studiano come gli uomini e spesso di più. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 novembre 2022
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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