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L’attività fisica regolare rende più resistenti agli stimoli dolorosi e alla depressione

L’attività fisica regolare, si sa, previene i dolori osteoarticolari come il mal di schiena. Ma in che modo ci riesce? Oltre a mantenere i muscoli tonici e le articolazioni vitali e mobili, c’è qualche altro meccanismo che associa il movimento al dolore? Per scoprirlo, i ricercatori dell’Ospedale universitario di Tromsø, in Norvegia, hanno analizzato i dati di poco meno di 8.000 uomini e donne dell’età media di 55 anni che stanno partecipando a un grande studio di popolazione chiamato appunto The Tromsø Study, attivo da decenni. In particolare, hanno verificato il livello di attività fisica degli ultimi 7-8 anni, e lo hanno messo in relazione con dolori di diverso tipo, più o meno estesi, che durassero da almeno tre mesi e quindi classificabili come cronici, e con la reattività a un tipico test di sensibilità al dolore, che prevede di sottoporre la persona a uno stimolo freddo, per studiarne la reazione.

Il risultato, illustrato su Pain è stato che chi svolgeva un’attività fisica regolare nel proprio tempo libero mostrava anche una maggiore resistenza alla stimolazione dolorosa, e una minore incidenza di dolori cronici, con un calo del 5% se l’attività era leggera, ma via via sempre più marcato se questa era più intensa.

Secondo gli autori, tutti i dati mostrano che chi fa regolarmente sport acquisisce una maggiore tolleranza al dolore, ed è quindi meno incline a sviluppare dolori cronici ed estesi come il mal di schiena rispetto a chi non si muove mai. La conferma? Tra gli sportivi, anche se il 60% aveva una qualche sintomatologia dolorosa, solo il 5% ne aveva una classificabile come grave.

Tra i molti benefici dello sport praticato nel tempo libero, e quindi anche con esercizi leggeri, ma costanti, c’è quindi una diminuzione del rischio di andare incontro a dolori cronici.

E’ stato infine confermato l’effetto positivo su ansia e depressione, rispettivamente del 26 e del 23%, in un’analisi degli studi pubblicati negli ultimi anni uscita su Neuroscience and Behavioural Review.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 3 maggio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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