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L’amido resistente combatte efficacemente
tutto il grasso che si accumula nel fegato

Il cosiddetto amido resistente, un tipo di amido non digeribile che rappresenta circa il 10% dell’amido presente negli alimenti, che è parte delle cosiddette fibre solubili, che può essere assunto o attraverso alcuni alimenti quali pasta, riso, cereali da colazione e patate, oppure in polvere, e che fermenta nella porzione più larga dell’intestino, potrebbe avere un effetto riequilibrante sui grassi del sangue, e protettivo per il fegato.

Lo suggerisce uno studio pubblicato su Cell Metabolism nel quale 200 persone con una steatosi epatica (cioè un accumulo di grasso) non alcolica o NAFLD nel fegato sono state invitate ad assumere ogni giorno, due volte al giorno prima dei pasti principali, 20 grammi polvere di amido di mais resistente sciolto in 300 ml di acqua oppure, per controllo, amido normale nelle stesse proporzioni, per quattro mesi, durante i quali hanno seguivato anche una dieta bilanciata, studiata in modo personalizzato da un nutrizionista. La differenza è stata veramente notevole: chi aveva assunto l’amido resistente aveva una diminuzione del 40% dei trigliceridi rispetto al gruppo di controllo, e anche un miglioramento degli enzimi epatici che denunciano un’infiammazione come le transaminasi. Inoltre, analizzando le feci dei partecipanti, si è visto un chiaro mutamento nella composizione del microbiota, con un calo dei batteri Bacteroides stercoris, coinvolti nel metabolismo epatico, a conferma dell’importante ruolo svolto dal microbiota in questo tipo di squilibri. 

La steatosi epatica non alcolica colpisce già oggi circa il 30% delle persone, ed è in forte aumento in tutto il mondo a casa dell’alimentazione scorretta, e questo è un problema perché la sua presenza prelude spesso a diabete, malattie cardiovascolari e altre patologie. Riuscire a tenerla sotto controllo con un semplice amido sarebbe davvero utile, mentre si cerca di rendere i programmi educazionali su alimentazione e attività fisica più efficaci, e prima di passare a farmaci che non sono quasi mai del tutto convincenti, e che hanno spesso effetti collaterali.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 settembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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