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Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie riesce a rendere l’infezione meno pericolosa

Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie o mpox, da monkey pox, l’infezione che, dal maggio 2022, ha colpito 87.000 persone in 112 paesi, interessando primariamente persone omosessuali o bisessuali a causa della trasmissione attraverso le lesioni cutanee (ma in seguito si è diffuso tra tutte le fasce di popolazione), funziona. Non riesce a evitare l’infezione, ma ne attenua grandemente l’intensità, così come accade quando una persona che ha già superato una prima volta la malattia si infetta nuovamente. L’efficacia protettiva del vaccino, chiamato Modified Vaccinia Ankara-Bavarian Nordic (MVA-BN), è stata confermata in uno studio pubblicato su Lancet Infectious Diseases, nel quale gli infettivologi del gruppo cooperativo britannico SHARE, che riunisce esperti che si occupano prevalentemente di infezioni a trasmissione sessuale tra le fasce più disagiate, hanno verificato che cosa era accaduto a 37 uomini omosessuali tra i quali c’erano state 38 infezioni, otto delle quali erano reinfezioni, mentre 30 si erano verificare in persone che avevano completato un ciclo di vaccinazione.

Fino dai tempi delle prime segnalazioni, è stata messa a punto una scala di valutazione della gravità della malattia, Mpox-SSS score, che tiene conto di sette fattori tra i quali l’estensione e il numero delle lesioni cutanee, la necessità di un intervento medico e quella di antidolorifici, il coinvolgimento delle mucose orali, nonché la presenza di superinfezioni opportunistiche. In base a questa scala, la differenza tra soggetti vaccinati e non, e quella tra prime e seconde infezioni è emersa con chiarezza. I punteggi sono stati infatti nettamente migliori in chi si era vaccinato e in chi era alla seconda infezione, e anche la durata della malattia è stata in media di 15 giorni, contro i 21 di chi non si era vaccinato. Soprattutto in caso di specifici fattori di rischio, come l’emergere di un focolaio epidemico, è quindi consigliabile ìsottoporsi a una vaccinazione, per attenuare le conseguenze dell’infezione (che, nei soggetti particolarmente compromessi dal punto di vista immunitario, porta a morte nel 27% dei casi).

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 7 settembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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