Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Gli herpesvirus, i papillomavirus umani e
i rhinovirus colpivano anche i Neanderthal

I Neanderthaliani, ominidi comparsi in Africa circa 300.000 anni fa, spostatisi in Eurasia circa 48.000 anni fa, ed estintisi circa 40.000 anni fa, sopraffatti dai Sapiens, erano colpiti da numerose infezioni virali che, secondo alcune teorie, potrebbero essere state responsabili della loro scomparsa. E soprattutto che potrebbero aver trasferito ai Sapiens, dai quali sarebbero arrivate fino a noi. La scoperta arriva da uno studio per il momento pubblicato sul sito BioXRiv, in attesa di revisione, dai paleoantropologi dell’Università Federale di São Paulo, in Brasile, che hanno analizzato i resti presenti nella grotta siberiana di Chagyrskaya, dove nel 2022 sono stati ritrovati 11 individui, compresi i membri di una famiglia composta da un padre, una figlia e due parenti di secondo grado, tutti di 50.000 anni fa.

I ricercatori brasiliani hanno analizzato il DNA e, dopo aver escluso possibili contaminazioni, hanno dimostrato che i Neanderthaliani erano affetti dal virus del papilloma umano, da alcuni herpesvirus e da adenovirus del raffreddore. Si tratta di famiglie di virus giunte fino a noi, che sarà ora interessante confrontare, per quanto possibile, con le loro versioni attuali. Gli autori contano infatti di ricostruire le sequenze, che non sono complete, e di infettare con particelle virali ricostituite alcune colture di cellule umane, per capire che cosa succede. In ogni caso si tratterà di una ricostruzione parziale, che non tiene conto della situazione ambientale, ma potrebbe fornire informazioni molto utili sia sulle cause dell’estinzione, sia sull’evoluzione di virus giunti fino a noi.

Intanto, delle donne di Neanderthal conosciamo il volto, grazie a uno straordinario lavoro effettuato all’Università di Cambridge (Gran Bretagna), grazie al quale è stata ricostruita la faccia di una donna trovata in un sito nel Kuristan iracheno, chiamata Shanidar Z, vissuta 75.000 anni fa. Il volto era stato schiacciato nel crollo della grotta, e frammentato in decine di piccoli pezzi, ma i ricercatori sono riusciti a ricostruirlo, confermando le grandi differenze con il volto dei Sapiens (tra le quali arcate sopracciliari molot pronunciate e assenza di mento, con una parte mediana del viso sporgente, che si traduceva in nasi molto più prominenti). Ma la struttura del cranio ricreato in  laboratorio ha fatto capire che in realtà, l’aspetto, una volta ricoperto il cranio con la carne e dagli annessi come le sopracciglia, non era poi così diverso da quello dei Sapiens. E questo potrebbe spiegare come Neanderthal e Sapiens siano riusciti a convivere e in parte a ibridarsi, come dimostrato anche in studi recenti. 

Shanidar Z è protagonista del film di Netflix I segreti dei Neanderthal, cui hanno collaborato i paleoantropologi inglesi.

 

 

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 24 maggio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA