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Sarcopenia, quanto è diffusa? Al via nuovo studio in Ticino

di Maria Santoro

Il servizio di Geriatria dell’EOC (Ente Ospedaliero Cantonale), il Neurocentro della Svizzera Italiana e il Politecnico di Zurigo promuovono uno studio dedicato alla sarcopenia. Assieme condurranno una ricerca per "misurare" la rilevanza di questa patologia sulla popolazione anziana in Ticino.

COS’È LA SARCOPENIA? - Il termine, coniato nel 1988 dallo specialista di nutrizione americano Irwin H. Rosenberg, discende dal greco σάρξ (“sarx”, carne) e "penia" ("πενία"), rispettivamente, "carne" (o "muscolo") e "povertà". In pratica, definisce la perdita di massa e funzione muscolare con l’avanzare dell’età.

La massima presenza di massa muscolare in un individuo si misura, normalmente, tra i 25 e i 30 anni, un breve intervallo di tempo durante il quale i 300 muscoli da cui è composto il corpo umano possono rappresentare ben il 40% della massa corporea. Dai 30 anni inizia il progressivo declino, che accelera vistosamente dopo i 50. Questa involuzione è normale, può però diventare patologica per il 20% degli over 65 e per i due terzi degli over 80.

La perdita di massa muscolare muta in malattia quando determina la riduzione della forza, delle funzioni respiratorie, della mobilità e per queste ragioni dell’autonomia.  Insieme alla malnutrizione e al decadimento cognitivo, la sarcopenia è una delle cause principali della disabilità nell’anziano, può ostacolare il recupero motorio dopo un evento clinico (ad esempio una frattura agli arti inferiori) e innescare una catena di reazioni (riduzione della velocità del cammino e limitazione dell’attività fisica). La sarcopenia ha in genere un decorso silente, progressivo e asintomatico, per lo più mascherato dalla stabilità del peso corporeo. Nella persona anziana, infatti, la perdita di massa magra (cioè di muscoli) è spesso compensata da un incremento della massa grassa (cioè di tessuto adiposo). La diminuzione di massa muscolare è maggiore nei maschi ed è legata al calo ormonale, in particolare del testosterone, di cui sono noti gli effetti anabolizzanti (specie sul metabolismo delle proteine).

UN PROBLEMA SEMPRE PIÙ DIFFUSO - La sarcopenia non è certamente tra le patologie più conosciute, ma presto l’invecchiamento progressivo della popolazione mondiale e la sempre più diffusa sedentarietà ne favoriranno la diffusione : «I maggiori fattori di rischio per l’insorgenza della sarcopenia – afferma il dottor Fabiano Meroni, caposervzio all’ambulatorio di geriatria presso l’Ospedale Italiano di Lugano – sono proprio una ridotta attività fisica combinata a una dieta povera di proteine e antiossidanti».

Il progetto di ricerca si svolgerà all’Ospedale Italiano, dov’è possibile annunciarsi per partecipare allo studio. Le persone potranno sottoporsi gratuitamente a uno screening per individuare la sarcopenia e successivamente, se lo desiderano, essere coinvolti nella ricerca di nuovi non invasivi metodi per l’identificazione e la cura di questa patologia.

Data ultimo aggiornamento 15 ottobre 2018
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: anziani, Ente Ospedaliero Cantonale, Neurocentro, Ticino



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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