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Per la prima volta c’è un farmaco contro
il veleno dei cobra. Ed è già disponibile

Il morso di alcuni tipi di cobra, anche se non uccide, provoca danni molto gravi alla zona colpita, causando la morte non solo della zona cutanea, ma anche del muscolo e dell’osso, che arrivano alla gangrena. E la situazione spesso diventa così grave da richiedere amputazioni o lasciare comunque conseguenze permanenti. Non esistono terapie efficaci, nonostante i cobra siano diffusi in Africa e non solo, e mordano non meno di 400.000 persone all’anno. Ora però c’è una speranza concreta, che per di più arriva da un farmaco già approvato per le sindromi coronariche acute e per alcune condizioni infiammatorie, chiamato varespladib. 

Un team internazionale di ricercatori di diversi continenti ha infatti pubblicato su PNAS quanto scoperto sul veleno dei cobra Naja nigricollis, simile ai veleni di altri cobra, e sull’efficacia del farmaco. 

Innanzitutto, hanno dimostrato che il veleno dei cobra contiene due famiglie di tossine: una di sostanze chiamate a tre dita o CTx, efficaci soprattutto nel provocare danno in vitro, e un’altra diretta contro enzimi chiamati fosfolipasi A2 o PLA2, che ha un ruolo cruciale nella morte delle cellule cutanee in vivo. 

Anche se il danno probabilmente è dato dall’azione sinergica delle due classi di tossine, la somministrazione di varespladib, specifico inibitore proprio delle PLA2, si è rivelata straordinariamente efficace, nei modelli animali, nel contenere il danno alla cute e anche quello al muscolo sottostante, anche quando dato un’ora dopo il morso.

Il farmaco potrebbe quindi diventare un antidoto d’urgenza da somministrare prima possibile, per evitare che le tossine arrivino ai muscoli e alle ossa, e che la cute riporti lesioni molto ampie, come accade di solito. E poiché è già in commercio, e non richiede neppure condizioni di conservazione o di somministrazione difficili da mettere in pratica, la situazione potrebbe cambiare presto, nei paesi dove i morsi sono frequenti e dove i cobra e altri serpenti con veleni simili rendono invalide molte persone.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 maggio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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