EFFETTI COLLATERALI
Rischi per la fertilità maschile (e al volante)
per chi assume regolarmente cannabis

Il consumo regolare di cannabis potrebbe danneggiare seriamente la fertilità maschile, anche se gli effetti negativi, nel tempo, se si smette di assumere THC (o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis), tendono a scomparire, almeno in parte. Lo suggerisce uno studio condotto sui primati, che hanno un apparato riproduttivo del tutto simile a quello umano, nel quale i ricercatori dell’Università di Portland (Oregon) hanno somministrato dosi crescenti di THC per sette mesi (simulando la concentrazione raggiunta da un consumatore abituale medio), continuando a misurare le dimensioni dei testicoli, lo stato dei tessuti, i dosaggi ormonali e la qualità dello sperma. Come hanno poi riferito su Fertility and Sterility, nel tempo tutti i parametri sono peggiorati, e si è vista anche un’azione su geni coinvolti nell’autismo. I danni sono - parzialmente - via via diminuiti dopo la cessazione dell’assunzione di THC. Se si pensa di concepire un figlio – concludono gli autori – si dovrebbe interrompere l’assunzione almeno 4 mesi prima. Un consiglio particolarmente importante per gli utilizzatori più assidui: i giovani in età fertile. Resta da capire se le conseguenze permanenti abbiano ulteriori evoluzioni, e si ci siano danni sul feto eventualmente concepito.
Come hanno ricordato gli autori, però, questo è solo un tassello, perché le informazioni sulla sicurezza del THC sono ancora insufficienti, ed è urgente che aumentino, parallelamente al consumo.
Nel frattempo, un altro studio appena pubblicato su Social Science & Medicine affronta un aspetto diverso della sicurezza: quello degli incidenti stradali. Glòi autori hanno messo a confronto la mortalità per incidenti stradali negli stati americani nei quali la cannabis è stata legalizzata con quella in cui è ancora illegale, per il periodo compreso tra il 2009 e il 2019, e hanno scoperto un’associazione inquietante: nei primi i decessi sono aumentati di una percentuale media del 10%, che raggiunge punte del 22% in Oregon, del 20% in Alaska, del 16% in Colorado e del 14% in California. Negli altri, i dati sono relativamente stabili.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 3 aprile 2023
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