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Quando sono in aereo, le persone allergiche alle noccioline non devono temere l’aria

Nel 2023, l’ente per l’aviazione civile inglese (la UK’s Civil Aviation Authority o CAA) ha chiesto ai ricercatori dell’Imperial College di Londra di effettuare una revisione sistematica su tutto quanto era stato pubblicato tra il 1980 e il 2022 su un tema specifico: il rischio di allergie alle noccioline durante i voli. Ora gli autori pubblicano il risultato dei loro sforzi sulla rovista del gruppo British Medical Journal Archives of Disease in Childhood, in un lavoro che sfata alcuni luoghi comuni e individua le vulnerabilità del sistema attuale, intitolato, non a caso: Volare in presenza di noccioline e altri allergeni: dalla fiction alla realtà.

In base a quanto emerso, infatti, c’è una diffusa credenza errata che è importante sbugiardare: anche quando vengono servite noccioline a bordo, il rischio che particelle allergeniche (allergeni) di esse si disperdano nell’aria e colpiscano qualche allergico è pressoché nullo. Per due ordini di motivi: le noccioline non disperdono allergeni se non nelle immediate vicinanze del luogo in cui giacciono, e oltretutto si tratta di allergeni pochissimo volatili. Inoltre i sistemi di aerazione degli aerei moderni ricambiano l’aria in 3-4 minuti circa, spingendola verso la stiva e non verso i corridoi, e verso la filtrazione forzata. L’aria che entra è composta solo per metà da aria interna filtrata (con filtri potenti, che trattengono praticamente tutto ciò che vola, dai microbi agli allergeni, dalla polvere ai metalli), e per l’altra metà da aria prelevata dall’esterno. Non è quindi dall’aria che arrivano i rischi.

Piuttosto, i pericoli di contatto accidentale possono arrivare dalle superfici come quelle dei tavolini o di alcune stoviglie e vassoi e strumenti utilizzati dal personale, che dovrebbero essere accuratamente puliti prima di ogni volo, ma che non sempre lo sono in maniera adeguata, soprattutto negli aerei delle compagnie low cost, sempre in lotta con il tempo. I consigli per chi è allergico sono comunque chiari: se possibile, meglio evitare di consumare cibo della compagnia, e portarsi il necessario da casa. Inoltre, è opportuno avere con sé il dispenser di adrenalina (come l’EpiPen, il cui trasporto è permesso in tutto il mondo nel bagaglio a mano), in caso di shock anafilattico, perché non tutti gli aerei ne hanno uno a bordo e non sempre il personale di volo è autorizzato a utilizzarlo. Quando la compagnia lo offre, infine, si possono ordinare pasti specifici, privi di allergeni, prima del viaggio.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 ottobre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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