Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Quando si fa una sauna, si deve bere e non si può esagerare: si rischia il colpo di calore

Non si deve esagerare con la sauna, soprattutto dopo una certa età e se l’idratazione non è stata sufficiente. A mettere in guardia è il racconto di un caso (simile ad altri nove visti dagli stessi medici) dai responsabili del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Birmingham, in Gran Bretagna, riportato sul British Medical Journal, relativo a una donna di una settantina d’anni. La signora non beveva molto alcol, non fumava, aveva un ipotiroidismo e il diabete di tipo 1, ed era un’assidua frequentarice di una palestra dove c’era una sauna. Lì era stata trovata priva di sensi, con una temperatura corporea di 42°C, e una pressione e un battito cardiaco estremamente bassi, dopo che era stata nella sauna dopo aver fatto ginnastica per 45 minuti. Era quindi entrata in sauna presumibilmente non idratata a sufficienza, e vi si era fermata troppo a lungo. Trasportata in ospedale, aveva avuto una crisi convulsiva ed era stata trasferita subito in terapia intensiva. Lì era stata raffreddata con fluidi e coperte, e i primi esami avevano rivelato danni al fegato, ai muscoli e ai reni, e un lieve infarto. Dopo due ore la donna aveva ripreso coscienza, ma era rimasta confusa per i successivi due giorni. Era rimasta ricoverata per 12 giorni, riprendendosi lentamente e aveva recuperato appieno solo dopo circa un mese. Nel suo caso, quindi, tutto si era risolto per il meglio. Ma non sempre è così, e quello che l’aveva colpita, chiamato colpo di calore, può essere fatale, in persone che hanno una salute pregressa peggiore: tre dei nove pazienti visti dagli autori non ce l’avevano fatta.

La segnalazione è importante non solo per chi ama la sauna, ma anche in previsione dei possibili colpi di calore previsti in aumento in tutto il mondo a causa dell’innalzamento delle temperature esterne. Si tratta di situazioni gravi, con danni a più organi, pericolose soprattutto negli anziani (ma non solo). Che, però, per fortuna, si possono prevenire, evitando di esporsi troppo a lungo a temperature elevate, e di farlo se si hanno particolari patolgie e se non si è bevuto abbastanza.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 gennaio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA