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Prima battuta d’arresto per l’MDMA o ecstasy per curare lo stress post traumatico - L'Assedio Bianco

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Prima battuta d’arresto per l’MDMA o ecstasy per curare lo stress post traumatico

Con una decisione inattesa e secondo diversi esperti sconcertante, il comitato chiamato dalla Food and Drug Administration (FDA) a esprimersi in merito ha votato contro l’approvazione dell’MDMA o ecstasy per la terapia della sindrome da stress post traumatico o PTSD. I dati a supporto della sua efficacia non sarebbero sufficienti (nove voti contro due), mentre quelli che ne indicano la pericolosità sarebbero superiori rispetto a quelli che mostrano i possibili benefici (dieci voti contro uno).

Il pronunciamento, che la FDA non è obbligata a seguire, ha messo in luce alcuni dei limiti che caratterizzano lo studio degli impieghi terapeutici di queste sostanze fino dalla loro comparsa, a metà del Novecento.

Nel caso specifico, in un insieme di test messi a punto dalla Association for Psychedelic Studies (MAPS) di San Jose, California, no profit che da decenni studia gli psichedelici, e dal suo braccio commerciale Lykos Therapeutics, l’MDMA, dato tre volte nell’ambito di un ciclo di sessioni di psicoterapia, si è dimostrato molto efficace. Testato su un totale di circa 200 persone, è stato associato a un netto miglioramento nell’80% di esse, persistente per 6-24 mesi. Tuttavia, le sperimentazioni presentano alcune contraddizioni difficili da risolvere. Innanzitutto, non esistono gruppi di controllo, perché è impossibile, per una persona, non accorgersi di assumere MDMA. Inoltre, il 40% dei partecipanti aveva già fatto uso di MDMA, e molti di altre sostanze, compresi alcuni psichedelici, e questo ha reso assai complicati valutare l’efficacia reale della terapia. Infine, la psicoterapia non è stata definita in modo rigido, e anche questo può aver reso la valutazione dell’esito confusa.

Come sottolinea Nature in un articolo dedicato, è comunque importante che si sia arrivati a questo punto, perché le stesse limitazioni, pur con sfumature differenti, potrebbero emergere anche in altri studi associati a nuove richieste di autorizzazione per sostanze psichedeliche a uso terapeutico, che potrebbero giungere alle agenzie regolatorie nei prossimi mesi o anni. Il verdetto finale della FDA sull’MDMA per la PTSD è previsto in agosto.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 giugno 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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