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Presto potrebbe arrivare un altro vaccino
da Nobel, efficace nel prevenire la borreliosi

La tecnologia a mRNA, che ha salvato l’umanità dalla pandemia grazie ai vaccini anti Sars-CoV 2, potrebbe regalare presto un altro vaccino inseguito per decenni: quello contro la borreliosi o malattia di Lyme. L’infezione da Borrelia burgdoferi, veicolata dalle zecche Ixodes presenti sugli animali, è infatti in grande aumento tanto in Nordamerica quanto in Europa, può avere conseguenze anche gravi, se non riconosciuta ma, finora, non era contrastabile con un vaccino. Nel 1998 ne era stato approvato uno efficace, chiamato Lymerix, basato sulla somministrazione di una proteina immunogenica del microrganismo, la OspA, ma era stata la stessa azienda (la GlaxoSmithKline) a ritirarlo pochi anni dopo, a seguito di informazioni mai dimostrate su presunti legami con l’artrite, che avevano fatto crollare la richiesta. Da allora ne sono stati formulati altri, tradizionali, tra i quali uno in spray nasale, e uno al momento in fase III di sperimentazione, nessuno dei quali è ancora disponibile. A questi potrebbe presto aggiungersi quello ideato attraverso la stessa piattaforma che ha permesso dia arrivare a quelli anti Covid, messa a punto da Drew Weissman, insignito del premio Nobel 2023 insieme a Katalin Karikò, perché i risultati ottenuti finora sono stati alquanto incoraggianti. I ricercatori hanno confrontato l’immunizzazione ottenuta con il loro vaccino a mRNA, che contiene le informazioni per la proteina OspA, quella ottenuta con un vaccino tradizionale (uno di quelli in avanzata sperimentazione) e, per controllo, quella data (eventualmente) da altri frammenti di mRNA non specifici. Come riferito dal sito The Scientist, i risultati sono stati molto positivi, perché i modelli animali hanno sviluppato sia anticorpi che cellule della memoria in quantità e qualità superiori rispetto al vaccino classico (il solo mRNA non ha indotto nulla). Inoltre, il vaccino a mRNA si è dimostrato efficace anche negli animali infettati: più dell’80% di quelli che erano stati vaccinati con l’mRNA è risultato protetto, contro il 50% di quelli sottoposti al vaccino tradizionale e lo 0% di quelli di controllo. I test proseguono, anche per verificare la durata nel tempo dell’immunizzazione, ma se tutto procederà come previsto, nei prossimi anni ci potrebbe essere un nuovo vaccino contro la Lyme molto efficace e sicuro.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 30 novembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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