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Preoccupa l’aumento di un’encefalite
trasmessa dalle zecche. Come prevenirla

E’ allarme, in Gran Bretagna, per l’aumento di casi di encefalite (un’infiammazione del cervello che può avere conseguenze anche letali) veicolata da un virus chiamato tick-borne encephalitis virus (TBEV), che si trasmette attraverso la puntura delle zecche. Questi insetti, già responsabili della trasmissione della borreliosi o malattia di Lyme, possono infatti causare indirettamente anche questa infezione virale che, nella maggior parte dei casi, si risolve senza sintomi o con sintomi simili a quelli di un’influenza ma che, talvolta, prende di mira il cervello, con danni di varia entità che possono arrivare fino al decesso. 

Secondo la BBCle segnalazioni di morsi giungono da tutto il paese, a conferma dell’ampliamente della diffusione delle zecche, e quelli di encefalite grave sono stati tre, negli ultimi tre anni; per questo, quando si va a camminare o a praticare sport come la mountain bike in aree verdi e ricche di vegetazione, è indispensabile adottare precauzioni quali, per esempio, indossare sempre pantaloni lunghi e magliette con le maniche anch’esse lunghe, usare i repellenti e, una volta tornati a casa, controllare se ci sono segni di morsicatura.

Contro l’encefalite da TBVE non esistono vaccini né terapie antivirali specifiche, ma solo cure volte a tenere sotto controllo l’infiammazione del cervello (e non sempre ci riescono).

Altri casi sono stati più volte segnalati anche in Europa continentale e in altre aree del mondo, sempre con tendenza all’aumento. E’ quindi opportuno, ogni volta che si va in un bosco, cercare di evitare il contatto con le zecche, adottando tutte le precauzioni possibili e, in caso di dubbio, rivolgersi prima possibile a un medico

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 aprile 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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