TERAPIE COMPLEMENTARI
Per neutralizzare lo stress ossidativo dell’AIDS meglio chiedere aiuto alla propoli

Chi soffre di AIDS, anche quando non ha sintomi o quando tiene la malattia sotto controllo con i farmaci, deve affrontare una serie di conseguenze tanto della prima quanto dei secondi, tra le quali la senescenza del sistema immunitario, profondamente sconvolto dal virus, e un livello di ossidazione generalizzata eccessivo, uno stress ossidativo che predispone a tumori, diabete e altre malattie, e in genere accorcia la vita di diversi anni (dai 10 ai 20) rispetto alle persone sane. Per questo tenere a bada, oltre al virus, anche l’infiammazione generale e tutti gli aspetti associati può avere effetti terapeutici molto rilevanti. E secondo due studi effettuati presso il São Paulo State University’s Botucatu Institute of Biosciences (IBB-UNESP) lo si può fare con un rimedio naturale: la propoli, resina degli alveari già nota per le sue caratteristiche antisettiche.
Nel primo, pubblicato su Biomedicine & Pharmacotherapy, una ventina di malati in terapia ha ricevuto 500 milligrammi di propoli al giorno, e altrettanti un placebo, per tre mesi, alla fine dei quali i primi avevano un marcatore tipico dello stress ossidativo, la malonildialdeide, significativamente ridotto.
In un altro studio, uscito su Biomedicine & Pharmacotherapy e parte della stessa sperimentazione su 40 malati, con 500 mg di propoli o di placebo, era stato messo in evidenza l’aumento dei linfociti CD4+ e quella di un marcatore specifico che segnala l’aumento della risposta immunitaria.
La propoli potrebbe quindi rientrare negli schemi terapeutici dei malati di HIV, come supplemento alle terapie tradizionali, che restano indispensabili, anche perché non è emerso alcun effetto collaterale.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 agosto 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco