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Per curare la cefalea e l’emicrania ora
c’è una classe nuova di farmaci: i gepanti

Il 9 marzo scorso la Food and Drug Administration statunitense ha concesso  un’approvazione che, secondo molti esperti, segnerà un punto di svolta: quella del zavegepant, nuovo farmaco contro l’emicrania con o senza aura, primo esponente approvato di un’intera, nuova categoria, quelli degli anti peptide associato al gene della calcitonina o CGRP, un frammento proteico da tempo noto per essere coinvolto nell’insorgenza dell’emicrania e della cefalea. I gepanti – così sono stati denominati i farmaci anti CGRP – oltre a essere molto efficaci e sicuri, possono presentare un vantaggio ulteriore: alcuni di essi sono somministrati per via intranasale, inalatoria, fatto che li rende particolarmente rapidi nell’esplicare la loro azione e quindi adatti per un disturbo come la cefalea e l’emicrania. Secondo molti esperti, grazie a questa via di somministrazione, potrebbero assolvere a una doppia funzione: terapeutica, ma anche preventiva

Perm il momento non c’è l’approvazione in Europa, ma ci si aspetta che arrivi entro qualche mese.

Anche perché, oltre allo zavegepant, altre molecole si stanno avvicinando alle fasi finali delle sperimentazioni, come nel caso dell’atogepant, sperimentato in oltre 300 emicranici, cioè persone che avevano fino a una quindicina di attacchi al mese, e che non rispondevano più alle terapie convenzionali. Secondo quanto riferito al recente congresso dell’American College of Neurology dai neurologi dell’Ospedale Vall d’Hebron di Barcellona, infatti, i partecipanti, che avevano avuto quattro crisi nel mese precedente, e provato almeno due classi di farmaci senza risultato, hanno assunto 60 milligrammi di atogepant o di un placebo al giorno per 12 settimane. Alla fine si è visto che chi aveva assunto il farmaco aveva avuto, in media, quattro giorni in meno con emicrania rispetto a prima, contro i due del gruppo del placebo. Inoltre, i trattati hanno avuto meno bisogno di assumere il farmaco per fermare un attacco rispetto ai secondi, e tra loro è aumentata la percentuale di chi aveva avuto una diminuzione delle crisi del 50%. Gli effetti collaterali segnalati sono stati soprattutto la nausea e la stitichezza

Molte altre aziende stanno sviluppando gepanti di vario tipo, anche per venire incontro ai diversi tipi di emicrania.

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 12 giugno 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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