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Per contrastare la fatigue tipica del Long Covid potrebbe essere utile la creatina

Per ora si tratta di uno studio di piccole dimensioni, condotto su 12 pazienti, ma se i risultati fossero confermati, le ricadute potrebbero essere importanti, per chi soffre di Long Covid, ma forse anche per chi soffre di altre sindromi post virali, fibromialgia e per chi, per qualunque motivo (per esempio come effetto di alcune terapie), soffre di quella che viene chiamata fatigue, un affaticamento cronico molto grave, che non permette di svolgere le normali attività quotidiane, che talvolta costringe a restare a letto per la maggior parte della giornata, e contro la quale, a oggi, esistono ben poche soluzioni. 

Secondo diversi studi, le persone che hanno il Long Covid hanno livelli molto bassi dell’aminoacido creatina nei muscoli. Per questo, e per alcuni dati che ne suggerivano una certa efficacia di una sua somministrazione nella fibromialgia, condizione per certi aspetti simile al Long Covid, si è pensato di verificare se una la creatina, data per via orale per un periodo di tempo abbastanza lungo, potesse essere di aiuto. A tale scopo, un gruppo di medici e ricercatori dell’Università di Novi Sad, in Serbia, di Pecs, in Ungheria e di Kristiansand, in Norvegia, ha trattato i pazienti con 4 grammi di creatina o di placebo al giorno per sei mesi, e poi ha verificato che cosa era successo dopo tre e sei mesi. Come illustrato su Food Science & Nutrition, il risultato è stato incoraggiante. I livelli di creatina risultano infatti ripristinati nei tessuti muscolari e non solo, e le valutazioni relative all’energia, alla capacità di svolgere le normali mansioni, all’affaticamento, alla capacità di concentrazione (compromessa dalla fatigue) e al benessere in generale sono risultate tutte a favore della creatina, con un beneficio significativo rispetto al placebo, e stabile nel tempo.

Naturalmente ora sarà necessario ripetere lo studio su un numero molto più elevato di persone, e continuare a minotorare l’andamento della fatigue nel tempo, prima di consigliare creatina, ma le speranze sono elevate.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 novembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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