Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

I prodotti per capelli usati insieme al phon potrebbero sprigionare sostanze pericolose

I prodotti per capelli quali oli, creme, balsami, lacche e simili, quando sottoposti al calore, liberano notevoli quantità di composti organici volatili o VOCs, che tendono a concentrarsi nei bagni domestici, soprattutto quando questi sono piccoli, come spesso accade, e la ventilazione è scarsa. Ma che conseguenze ha questa volatilizzazione sulla salute, se ne ha qualcuna?

In realtà se ne sa pochissimo, ma uno studio appena pubblicato dai ricercatori dell’Università dell’Indiana di Bloomington fa capire perché sarebbe necessario approfondire. Gli autori hanno infatti ricostruito un ambiente di piccole dimensioni, e ha sottoposto diversi prodotti commerciali a un flusso di aria calda del tutto simile a quello che viene generato da un phon per capelli. Come riferito su Environmental Science & Technology, il risultato ha messo in evidenza che c’è una classe di VOCs particolarmente presente: quella dei cosiddetti silossani, composti usatissimi in cosmetica, ma anche nelle vernici e in diversi altri ambiti, che contengono silicio e che raggiungono concentrazioni comprese tra in 110 e i 1.500 millligrammi per persona che si lava i capelli e li asciuga con il phon. Inoltre, usare balsami, liscianti, arriccianti e simili con phon e piastre a 210 °C significa aumentarne la concentrazione di silossani del 50-310%. Tra questi ultimi, poi, quello che tende a essere più rappresentato è un composto chiamato D5, sospettato di essere tossico per il fegato e per l’apparato riproduttivo, se accumulato nel tempo nell’organismo,  e, di esso, se ne possono accumulare fino a 20 milligrammi in una giornata, lavandosi i capelli con prodotti normali e poi asciugandoli con il phon. Se non si arieggia il bagno, il D5 e i suoi simili restano nell’aria, poi di deositanoi e continuano a essere volatilizzati anche per mesi, essendo neol frattempo inalati da chi entra nella stanza (d’altro canto, se tutti aprissero sempre le finestre, si potrebbe creare una contaminazione ambientale, nelle città). Tuttavia, nessuno, oggi, può dire che cosa comporti l’inalazione cronica di silossani, perché non ci sono studi esaustivi, e lo stesso vale per la dispersione nell’atmosfera e nell’ambiente: sarebbe quindi opportuno saperne molto di più.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 1 dicembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA