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No, le acque minerali alcaline non possono
prevenire la formazione dei calcoli renali

L’acqua minerale cosiddetta alcalina o alcalinizzante, molto di moda e pubblicizzata come benefica per i reni e non solo, in realtà, molto probabilmente, non ha alcuna efficacia sul rischio di calcoli renali. 

Di solito si consiglia, a chi ha già avuto calcoli o è a rischio di svilupparne, di alcalinizzare le urine, assumendo compresse di sali specifici (citrato di potassio) che, però, molti pazienti non prendono in modo regolare perché le compresse sono molto grandi, e sono da assumere più volte al giorno. Per questo, negli ultimi anni è fiorito un mercato parallelo, che comprende anche acque “salate”, che dovrebbero rendere le urine basiche (cioè portare il pH da circa 7 a un valore compreso tra 8 e 10). Ma è davvero così? Per scoprirlo, i ricercatori dell’Università della California di Irvine hanno analizzato cinque tra le acque alcaline più vendute nello stato, insieme ad altre bevande e ad alcuni prodotti da banco, e hanno fatto un po’ di conti. Come hanno poi riferito sul Journal of Urology, il risultato è stato che è più che improbabile che le acque abbiano qualche tipo di effetto significativo, cioè siano in grado, attraverso la loro alcalinità, di sciogliere eventuali calcoli presenti. Generano infatti, in media, 0,1 milliequivalenti (l’unità di misura che si usa in questi casi) di acido per litro, mentre il corpo umano, di solito, in una giornata ne produce da 40 a 100 per il normale metabolismo, e un succo di arancia fresca ne può fornire 15-30. Altre bevande come i succhi di altri frutti o bibite gassate, illustrate nel lavoro, non ne producono molti, ma in ogni caso i valori sono uperiore rispetto a quelli delle acque. Se poi si raffronta con altri prodotti da banco come il bicarbonato di sodio (che però presente qualche limite per chi non deve assumere troppo sodio per la pressioen), si vede come le acque siano estremamente meno utili, da questo punto di vista. Probabilmente nion hanno alcun effetto. Considerando i costi, infine, il succo di arancia è la “terapia” più economica, e apporta anche altri benefici per la salute.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 gennaio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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