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Niente può eguagliare l’allattamento al seno, che abbassa di un terzo il rischio di morte

L’allattamento al seno protegge i neonati dalla mortalità in misura assai rilevante: del 33%. Questo il numero che rafforza, in caso ce ne fosse bisogno, l’indicazione dell’OMS (e di tutte le società scientifiche di pediatria del mondo) che da molti anni prevede, salvo motivazioni clinicamente fondate, l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di età, continuando ad allattare fino ai due anni (mentre il bambino viene svezzato e via via abituato agli alimenti), a complemento della dieta quotidiana. 

L’effetto protettivo è emerso in uno studio condotto dai pediatri della Cincinnati Children’s Center for Breastfeeding Medicine e pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, nel quale sono stati presi in esame i dati di circa dieci milioni di bambini nati negli Stati Uniti tra il 2016 e il 2018, e si è visto che, rispetto ai bambini nutriti con i latti artificiali, nel primo anno di vita coloro che sono stati allattati hanno avuto un tasso di mortalità inferiore appunto del 33% (un valore superiore alle stime precedenti, che oscillavano tra il 19 e il 26%).

Oltre a ridurre il rischio di morte per qualunque causa, l’allattamento al seno protegge anche da quella per sindrome della morte in culla, e da patologie molto gravi e pericolose come l’enterocolite necrotizzante, tipica die bambini prematuri. Nonostante questo, quasi nessun paese raggiunge gli obbiettivi indicati dalle autorità sanitarie per quanto riguarda la percentuale di mamme che allattano al seno, non avendo controindicazioni certificate da un medico, soprattutto in certe minoranze e in aree specifiche. E’ quindi necessario intensificare gli sforzi per promuovere l’allattamento, anche perché, di contro, le grandi multinazionali dei cibi per bambini come la Nestlé continuano a promuovere in ogni modo il latte artificiale, andando quasi sempre contro impegni sottoscritti pubblicamente o addirittura specifiche leggi, soprattutto nei paesi più vulnerabili alla pubblicità.

Nessun latte artificiale riesce a riprodurre la miscela unica di nutrienti, anticorpi, microbiota del latte materno, ed è per questo che è un alimento unico, insostituibile, che fornisce ai bambini tutto ciò di cui hanno bisogno in ogni situazione.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 31 luglio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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