FARMACOLOGIA
Negli anziani il paracetamolo è meno sicuro di quanto si pensi, se usato troppo spesso

Il paracetamolo, uno degli antinfiammatori-antidolorifici non steroidei (noti anche come FANS) più utilizzati al mondo, non è così sicuro come si pensa, soprattutto negli anziani che lo utilizzano per contrastare dolori come quelli dell’artrosi. Se utilizzato regolarmente per periodi di tempo prolungati è infatti associato a un chiaro aumento del rischio di ulcere gastriche e complicazioni renali e cardiovascolari. Lo dimostra uno studio pubblicato su Arthritis Care & Research nel quale sono stati attentamente analizzati i dati di oltre 180.000 persone con più di 65 anni (età media: 75 anni) che erano state trattate con il farmaco ripetutamente, cioè con più di due prescrizioni ogni sei mesi, nel periodo compreso tra il 1998 e il 2018 e, per confronto, quelli di oltre 402.000 persone con caratteristiche analoghe, ma che non erano state trattate con lo stesso medicinale. Il paragine non ha lasciato dubbi: gli anziani cui era stato prescritto il paracetamolo hanno avuto un’incidenza nettamente più elevata di ulcere (compreso tra il 20 e il 36%, a seconda del tipo di ulcera) e anche un incremento del rischio di altre complicazioni, prevalentemente a carico dei reni (+19%) e dell’apparato cardiovascolare (+7-9% per ipertensione e scompenso, rispettivamente). La conclusione degli autori, geriatri e farmacologi dell’Università di Nottingham, in Gran Bretagna, è quindi che, prima di prescrivere terapie antidolorifiche croniche a base di paracetamolo a un anziano, è necessaria un’attenta valutazione del quadro generale, e un bilancio dei possibili benefici a fronte dei rischi.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 dicembre 2024
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