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Il dolcificante sucralosio modifica i circuiti cerebrali che regolano la fame e la sazietà

I dolcificanti, e in particolar modo il sucralosio (uno dei più utilizzati), potrebbero avere un effetto paradossale: far aumentare l’appetito. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Nature Metabolism dai ricercatori dell’Università della California del Sud di Los Angeles, che hanno voluto verificare le reazioni del cervello all’assunzione di questa sostanza.

A tale scopo hanno reclutato 75 persone, e hanno chiesto di bere 300 millilitri di acqua, oppure di una bevanda con zucchero, oppure di una con appunto sucralosio. Nelle due ore successive, hanno registrato una serie di risonanze magnetiche, per controllare le attivazioni delle diverse aree cerebrali in risposta alle sostanze assunte. Hanno così visto che, a differenza dello zucchero, il sucralosio stimola l’ipotalamo e in un modo che, di solito, fa aumentare la sensazione di fame. Inoltre, il sucralosio aumenta anche le connessioni tra l’ipotalamo e le zone deputate alla ricompensa e alla motivazione, note per condizionare i comportamenti alimentari.

Anche se i partecipanti non hanno denunciato un maggiore appetito, è indubbio che il funzionamento del cervello cambia, se si assume zucchero o sucralosio. Nel primo caso segue i circuiti che portano alla sazietà, nel secondo quelli opposti. L’effetto si vede soprattutto nelle persone in sovrappeso o già obese, il cui senso di sazietà è quasi sempre compromesso.  

Dal punto di vista evoluzionistico, la spiegazione sembra abbastanza chiara: il cervello percepisce il dolce e si aspetta un adeguato apporto calorico. Poiché però quest’ultimo non arriva (come conferma il fatto che i valori di insulina e ormoni collegati non si modificano), esso propende verso il senso di fame per procurarsi comunque le calorie che sta aspettando.

Lo studio lascia diversi interrogativi aperti. Su tutti, quali sono – se  ce ne sono - gli effetti a lungo termine di un simile squilibrio, e che cosa succede quando tutto questo avviene in un cervello non ancora formato come quelli dei bambini e degli adolescenti, ai quali non di rado vengono consigliati i dolcificanti, se hanno problemi di peso.

Non è un caso se tutte le linee guida internazionali, comprese quelle dell’Organizzazione Mondiale della sanità, sconsigliano esplicitamente i dolcificanti a calorie zero, tranne che in situazioni molto specifiche.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 16 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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