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Morbillo, infezioni aumentate
di 30 volte nell’area europea

(Foto dell’agenzia iStock)

di Agnese Codignola

Da 941 a oltre 30.000, in un solo anno. Un aumento medio di più di trenta volte, che in alcuni Paesi è addirittura di 45 volte. Sono davvero inquietanti i numeri della diffusione del morbillo in epoca post pandemica, e spiegano perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel diffondere le ultime cifre, relative a 41 dei 53 Paesi dell’area europea (che comprende anche la Russia, il Kazakistan e la Turchia), abbia lanciato un grido d’allarme. Ovunque, infatti, si vede l’avanzata di una malattia che, prima del Covid 19, era già in leggero aumento, ma largamente sotto controllo, e non impensieriva più di tanto. E invece - complice l’ondata no vax che ha accompagnato i vaccini contro il Covid, con il suo corredo di fake news, e il rallentamento delle campagne pubbliche durante gli anni 2020 e 2021 (dovuto ai lockdown) - l’infezione causata dal virus della famiglia dei morbillivirus crea adesso una forte apprensione. Perché di morbillo, nei casi più gravi (anche se raramente) si può morire, e dal morbillo possono derivare complicanze a carico del cervelletto, dei polmoni e di altri organi le cui conseguenze possono durare anche per tutta la vita.

I dati europei, resi noti a fine 2023, segnalano cinque decessi e oltre 21.000 ricoveri, in tutte le fasce d’età, sia pure con significative differenze tra zona e zona. La causa principale di questa escalation, secondo l’OMS, è - come dicevamo - il rallentamento delle campagne di vaccinazione infantile provocato dai lockdown degli anni 2020 e 2021. Se, infatti, fino al 2019 la copertura vaccinale per la prima dose era del 96%, nel 2022 era scesa al 93%, mentre per il richiamo (il vaccino prevede due somministrazioni) i dati erano pari, rispettivamente, al 92 e 91%. In totale, nella Regione Europa, si calcola che, tra il 2020 e il 2022 circa 1,8 milioni di bambini che avrebbero dovuto esserlo non siano stati vaccinati. Se a questo si uniscono la ripresa dei viaggi e degli scambi commerciali, l’eliminazione delle misure di contenimento e dei sistemi di protezione personale come le mascherine, e la crescente sfiducia nei vaccini in generale, si capisce perché il morbillo sia ricomparso anche in alcuni Paesi nei quali era stata dichiarata l’eradicazione, cioè l’assenza assoluta di casi: una novità davvero negativa. Anche perché tutti i Paesi nei quali la copertura vaccinale non sia almeno del 95% rischiano epidemie estese, come dimostra il caso, esemplare, del Kazakistan. Nell’aggiornamento pubblicato in questi giorni, e dedicato alla situazione di questo Paese, l’OMS sottolinea come l’epidemia, nel 2023, si sia estesa fino a colpire oltre 13.600 persone, pari a un’incidenza di 639 casi per milione, valore molto alto. Di questi, oltre 11.300 erano bambini e ragazzi con meno di 14 anni di età, il 70% dei quali non erano vaccinati, e il 65% dei casi ha riguardato bambini con meno di cinque anni. Al momento, 27 di loro sono ricoverati in gravi condizioni.

Per questo tutti i Paesi devono contribuire a riportare le percentuali di coopertura vaccinale a valori prepandemici, anche quelli che presentano una situazione tutto sommato buona, quando necessario inviando sostegni per le campagne vaccinali a quelli più in difficoltà.

Come ha dimostrato il Covid, i virus non rispettano i confini, e l’unico modo per prevenire le pandemie è agire in modo coordinato su aree ampie, e attenuare le disuguaglianze sanitarie e sociali, aiutando a recuperare terreno i Paesi che sono più indietro come il Kazakistan, appunto. In quest’ultimo, comunque, sono state vaccinate oltre 1,1 milioni di persone grazie a una campagna vaccinale straordinaria iniziata nello scorso mese di novembre.

Per quanto riguarda le caratteristiche della malattia, il morbillo colpisce il sistema respiratorio ed è altamente contagioso. Si trasmette per via aerea, e chi lo contrae diventa contagioso circa tre giorni prima dei sintomi e resta tale fino a una settimana dopo la comparsa delle pustole rosse su buona parte del corpo (esantema). Oltre allo sfogo cutaneo, la malattia provoca tosse, raffreddore e febbre alta, che facilmente arriva attorno ai 40 °C. Il morbillo, inoltre, può dare luogo a diverse complicanze, dalla polmonite alle otiti, fino all’encefalite (infezione del cervello), e si stima che, nell’età pediatrica, ogni mille contagiati, tre non sopravvivano proprio a causa delle complicanze.

Nella Regione Europea si nota comunque un chiaro gradiente Est-Ovest: oltre al Kazakistan, sono in una situazione delicata anche la Russia (circa 10.700 casi), e il Kirghizistan (5.400 casi), così come l’Azerbaigian, la Turchia e la Romania. L’ordine di grandezza dei Paesi occidentali è nettamente diverso: la Gran Bretagna, una delle nazioni più colpite, nel 2023 ha avuto circa 180 casi, e sta iniziando a lanciare campagne mirate (per esempio agli studenti), anche in diverse lingue, per far sì che tutti siano sensibilizzati. In Italia i casi sono ancora molto pochi, per fortuna, circa una decina, metà dei quali in giovani e adulti, ma appaiono comunque in aumento.

Si segnalano poi focolai in  diversi paesi: negli ultimi giorni, per esempio, la rinomata Ecole hotelier di Losanna, in Svizzera, ha chiuso i battenti almeno fino al 19 febbraio, per un numero non rivelato di casi.

LA PREVENZIONE - La vaccinazione contro il morbillo viene somministrata insieme a quelle contro la rosolia e la parotite, e il vaccino trivalente, introdotto nel 1971, e somministrato ogni anno a milioni di bambini, ha rappresentato una svolta, consentendo di giungere a un’incidenza delle tre malattie, tutte pericolose e, prima di allora, diffusissime, veramente bassa. 

Il vaccino contro il morbillo, però, rappresenta anche un caso emblematico di disinformazione: c’è proprio questo "prodotto" all’origine della diffidenza verso i vaccini.

Tutto ha avuto inizio da uno studio pubblicato nel 1998 sulla rivista scientifica Lancet, poi integralmente ritirato (evento rarissimo), nel quale si ipotizzava un legame del vaccino con l’autismo, esponendo una casistica di sole 12 persone. Come si è scoperto dopo, era tutto inventato e forzato: il nesso, semplicemente, non esiste. L’autore, un medico inglese, è stato radiato dall’ordine professionale, quando si è scoperto che, oltre ad aver falsificato i dati, aveva incassato 55.000 sterline da un gruppo di persone intenzionate a fare causa per i presunti, e – è bene ribadirlo - mai dimostrati, danni del vaccino. Nonostante tutte le correzioni e le punizioni, le prove scientifiche, l’evidenza dei numeri di miliardi di vaccinazioni effettuate in totale sicurezza, anche a causa del grande risalto dato dai media al caso, per anni ha continuato a circolare l’idea che i vaccini anti-morbillo fossero dannosi e, come si è visto con il Covid, tale convinzione circola ancora oggi.

Data ultimo aggiornamento 3 febbraio 2024
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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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