ARTRITE REUMATOIDE
Meno segreti e nuove terapie
per l’artrite reumatoide

di Agnese Codignola
L’artrite reumatoide ha meno segreti e forse, grazie alla scoperta appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature Cell Biology, nascerà un nuovo approccio terapeutico. Grazie agli sforzi congiunti dei ricercatori dell’Università di Colonia, in Germania, di Ghent, in Belgio, del Βiomedical Sciences Research Center Alexander Fleming di Atene e dell’Università di Tokyo, si è infatti compreso un passaggio decisivo nell’insorgenza della malattia, e si iniziano a intravvedere possibili conseguenze terapeutiche.
Da qualche tempo era noto che era implicata una proteina chiamata A20, ma non si capiva esattamente come. Ora è stato dimostrato che A20, quando funziona normalmente, impedisce alla catena infiammatoria di origine autoimmunitaria di andare avanti fino a causare la morte cellulare, e quindi blocca la degenerazione dei tessuti.
Nello specifico, A20 previene un particolarissimo tipo di morte cellulare chiamata necroptosi, che si verifica quando a morire sono i macrofagi, i cosiddetti spazzini del sistema immunitario, preziosi nel difenderci dalle infiammazioni, ma vittime predestinate in caso di situazioni di eccessivo rischio come le gravi infiammazioni croniche o alcuni tipi di infezioni.
Alla morte dei macrofagi corrispondono poi effetti su cellule specializzate delle giunture, chiamate fibroblasti sinoviali, responsabili dei gravi danni alle articolazioni e alle cartilagini tipici dell’artrite reumatoide.
Una controprova del ruolo di questa fondamentale proteina, del resto, viene dal fatto che animali con A20 mutata e non più in grado di svolgere le sue funzioni anti-necroptosi si ammalano.
Dal punto di vista terapeutico, la scoperta è molto importante perché dimostra che un’azione mirata alla prevenzione della necroptosi - attraverso A20, ma potenzialmente anche attraverso altre molecole che riescano a svolgere le stesse funzioni - potrebbe essere alla base di nuove cure.
L’artrite reumatoide colpisce l’1-2% della popolazione e contro di essa non esiste una terapia specifica. Si possono assumere solo cure sintomatiche come gli antinfiammatori, che tengono sotto controllo i dolori spesso gravi che essa provoca, ma in molti casi la malattia resta progressiva e invalidante.
Data ultimo aggiornamento 11 giugno 2019
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