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C’è un probiotico che contrasta l’insonnia e
i suoi effetti dannosi, e non comporta rischi

Chi soffre di insonnia potrebbe avere presto un nuovo alleato non farmacologico: un ceppo specifico di probiotici. Stando a quanto riportato su Engineering dai ricercatori del National Engineering Research Center for Functional Food della Jiangnan University di Wuxi, in Cina, infatti, i batteri individuati sarebbero in grado di migliorare la qualità del sonno, e contrasre gli effetti nocivi di un riposo insufficiente.

Per giungere alle loro conclusioni, gli autori hanno analizzato 60 ceppi batterici di sette specie note per stimolare, in particolare, la produzione di una sostanza chiamata SAM, da S-adenosil-metionina. Si tratta di un aminoacido precursore della melatonina, la cui concentrazione è molto bassa in chi soffre di insonnia e che, in test su animali, ha mostrato di poter restituire efficienza nervosa dopo una deprivazione di sonno. Su tutte le specie studiate, una, in particolare, è risultata grande produttrice di SAM: il Lactobacillus helveticus CCFM1320. Somministrato ai topi deprivati del sonno, CCFM1320 si è confermato efficace nel contrastare i deficit tipici dell’insomnnia. Per tale motivo, gli autori l’hanno somministrato per quattro settimane anche a 60 volontari che soffrivano di insonnia, e hanno così confermato che la qualità del sonno risultava migliorata e lo stress diminuito, così come le specie patogene dell’intestino.

Ora occoreranno conferme, e in ogni caso un probiotico non può risolvere tutte le conseguenze negative dell’insonnia - tra l’altro, non interviene sulle cause, ma sulle conseguenze. Tuttavia, se i dati fossero confermati, chi soffre di insonnia potrebbe trarre giovamento da un trattamento non farmacolgico, e del tutto sicuro.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 10 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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