ALIMENTAZIONE
Mangiare insetti fa bene bene al pianeta,
ma anche - e molto - al metabolismo

Mangiare insetti, o prodotti che ne contengano la farina, fa bene non solo al pianeta, ma anche al metabolismo. Lo suggerisce uno dei primi studi nei quali si è cercato di capire se consumare le larve di tarma della farina (tenebrio molitor), approvate in Europa nel 2020, potesse avere o meno effetti metabolici positivi, oltre all’apporto proteico. E’ noto infatti che per esempio i grilli contengono, a parità di peso, una quantità di proteine che è circa tripla rispetto a quella della carne di manzo, un quantitativo di ferro doppio rispetto agli spinaci e triplo rispetto al manzo, uno di magnesio quintuplo sempre rispetto al manzo, più calcio del latte, e che ne bastano 10 grammi per avere la quantità giornaliera di vitamina B12. Ancora da comprendere meglio, invece, la chitina, la proteina che costituisce il guscio, e che sembra avere un’azione analoga a quella delle fibre vegetali, benefica per il microbiota.
Tuttavia, le ricerche condotte finora hanno sempre posto l’accento, più che altro, sul profilo proteico. Per tale motivo i ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana-Campaign hanno nutrito dei topolini normali con una dieta particolarmente calorica a base di caseina (una proteina del latte) per 12 settimane, e poi hanno modificato il mangime, sostituendolo con quello a base di farina di larve della farina (tenebrio molitor), per altrettante settimane. Come hanno poi riferito sul Journal of Nutrition, il risultato è stato che, pur non perdendo peso (anche se l’aumento rallenta notevolmente), gli animali alimentati con la farina di larve hanno nettamente migliorato il proprio profilo metabolico e, in particolare, i grassi (le HLD e le LDL), i parametri infiammatori, quelli legati all’insulina e tutto il bilanciamento energetico. Sembra quindi, almeno per i roditori, che consumare insetti possa essere benefico per il metabolismo, e non solo per l’apporto proteico. Di sicuro lo è per l’ambiente: un grammo di proteine di insetto richiede da 8 a 14 volte meno suolo e un quinto di acqua rispetto al manzo, e non è associato a emissioni di metano né a deiezioni.
Gli autori si augurano che studi analoghi vengano condotti al più presto anche su volontari umani, per conoscere meglio queste nuove (per l’occidente) fonti proteiche, così sostenibili e ricche da essere destinate a occupare una posizione di rilievo nell’alimentazione umana.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 11 agosto 2023
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