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I prossimi antivirali potrebbero essere somministrati come gomme da masticare

I prossimi antivirali potrebbero essere in una formulazione molto facile da somministrare: la gomma da masticare. Esiste infatti una pianta africana chiamata Lallab purpureus (o dolico egiziano) le cui bacche, simili a fagioli, contengono una proteina chiamata FRIL, da Flt3 Receptor Interacting Lectin, che ha la capacità di intrappolare le particelle virali. Da esse si ricava o una farina o una gomma naturale, che da tempo è oggetto di ricerche, e che ha già mostrato la sua efficacia nei confronti di Sars-CoV 2, riducendo la carica virale della saliva del 95%.

E ora uno studio pubblicato su Molecular Therapy dai ricercatori ricercatori del Department of Basic & Translational Sciences della School of Dental Medicine della University of Pennsylvania mostra che probabilmente la stessa efficacia si ha contro i virus influenzali (almeno quelli di tipo H1N1 e H3N2) e con quelli dell’herpes 1 e 2 (HSV), contro i quali non esistono vaccini né terapie realmente efficaci. Nei test effettuati in vitro, infatti, la masticazione per 15 minuti ha permesso di abbattere la concentrazione di questi virus, e ha fatto individuare le dosi ottimali.

Per quanto riguarda gli herpesvirus (che provocano le infezioni del cavo orale e del tratto genitale), la gomma è stata capace di abbassare la concentrazione di virus di una percentuale compresa tra il 75 e il 94%, in modo dose-dipendente a seconda della concentrazione, e lo stesso si è visto con i virus influenzali. Nello specifico, per ottenere più del 95% di eliminazione dei virus occorre una quantità di circa 40 milligrammi (mg) per millilitro (ml) per i virsu influenzali, per l’HSV1 di 160 mg e per l’HSV2 di 74 mg, per ogni mille copie di virus per ml di saliva. In altre parole, masticare una gomma da due grammi per almeno 15 minuti potrebbe già avere una grande efficacia, ma in certe condizioni potrebbero bastarne 40 mg.

 

Ora gli autori si preparano ai primi test su pazienti, mentre verificano gli effetti anche sui virus che provocano l’influenza aviaria, anche perché la farina di dolico egiziano è straordinariamente stabile e non comporta problemi: resiste inalterata fino a 683 giorni, mentre la gomma arriva a 790, a temperatura ambiente, senza sviluppare muffe o batteri. Dopo 794 giorni, è ancora capace di svolgere pienamente le sue funzioni. Anche per questo potrebbe rappresentare uin’ottima soluzione, in attesa che siano sviluppati vaccini e farmaci migliori di quelli attuali.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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