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Lo smog minaccia la fertilità maschile
e fa aumentare il rischio di Parkinson

L’esposizione alle polveri sottili più piccole, le cosiddette PM2,5, fa aumentare il rischio di sviluppare disturbi del movimento (discinesie) e morbo di Parkinson e, tra i più giovani di sesso maschile, fa diminuire la fertilità. Lo suggeriscono due studi usciti a pochi giorni di distanza che, ancora una volta, mettono in evidenza le conseguenze negative dell’esposizione al particolato presente nell’aria inquinata, proveniente in larga parte dal traffico e dagli allevamenti intensivi, specie se protratta per anni.

Nel primo, pubblicato su JAMA Network Open, i ricercatori hanno studiato attentamente la storia (compreso il luogo di residenza) e le condizioni di 346 pazienti con Parkinson e di oltre 4.800 persone simili per età, tipo di vita e condizioni, a parte la malattia, che avevano preso parte a un progetto chiamato Rochester Epidemiology Project, rimasto attivo tra il1998 e il 2015. Hanno così scoperto che chi aveva vissuto in zone dove la concentrazione di PM2,5 e di ossidi di azoto era più elevata, aveva avuto un chiaro aumento del rischio di discinesia e malattia di Parkinson e, in caso si fosse ammalato, di sintomi peggiori (soprattutto relativi alla mobilità). La relazione  non dimostra un nesso di causa ed effetto, ma è risultata evidente.

Il secondo studio, pubblicato sul British Medical Journal, aveva invece come oggetto la fertilità in una popolazione di 526.000 uomini e 377.000 donne danesi di età compresa tra i 30 e i 45 anni, monitorati, in media, per oltre quattro anni. In quel caso, l’esposizione a PM2,5 superiore a 2,9 microgrammi per metro cubo di aria per cinque anni è risultata associata a una diminuzione della fertilità maschile del 24%, mentre tra le donne non è emersa una relazione specifica. Piuttosto, la possibilità di concepire in queste ultime è risultata diminuita in rapporto all’esposizione al rumore: abitare per cinque o più anni in una zona dove quello associato al traffico è mediamente di 10,2 o più decibel significa avere un calo di fertilità del 14% (negli uomini, invece, il rumore non sembra avere ripercussioni rilevanti).

L’inquinamento atmosferico e soprattutto quello da polveri sottili, che proviene dai motori, dalle industrie e anche, in misura molto rilevante, dagli allevamenti intensivi, si conferma quindi particolarmente pericoloso per la salute umana.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 4 novembre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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