BENEFICI DELLA SOCIALITà
Le relazioni interpersonali e quelle con
gli animali facilitano lo scambio di batteri

La composizione del microbiota intestinale (e probabilmente non solo di quello, ma anche degli altri) dipende anche, in parte, dalla socialità e dalla presenza di animali. Le persone che entrano regolarmente in contatto - per via di vincoli di parentela ma non solo – e i bambini che crescono in ambienti rurali dove sono presenti animali tendono a condividere le specie batteriche, scambiandosele in modi non ancora del tutto chiari.
Che sia così lo hanno suggerito diversi studi degli ultimi anni, e ora lo confermano altri due usciti quasi in contemporanea. Il primo è una ricerca molto particolare, condotta sul campo, in Honduras, dai microbiologi della University of Oregon di Eugene.
Come raccontato su Nature, i ricercatori si sono recati in una regione isolata del paese centramericano, e hanno raccolto informazioni e campioni da duemila persone che vivevano in 18 paesi isolati. Hanno deciso di andare fino laggiù per cercare di avere microbiota non contaminati da alimenti industriali ultraprocessati, inquinanti ambientali e antibiotici, tutti fattori che modificano il microbiota.
Il risultato è stato che i coniugi condividono poco meno del 14% di specie batteriche, ma anche chi entra regolarmente in contatto condivide fino al 10% del microbiota. Viceversa, le persone che, pur vivendo nello stesso villaggio, non hanno rapporti sociali, ne condividono solo il 4%. Avere rapporti sociali significa quindi anche, inconsapevolmente, scambiarsi batteri e altri microrganismi.
Non si sa ancora con esattezza in che modo i batteri che non si trasmettono per via aerea passino da una persona all’altra, ma sarà interessante scoprirlo, per capire anche come sfruttare positivamente questo scambio di microrganismi. Il microbiota è associato a condizioni quali la depressione, l’obesità e a molto altro, e sapere da quali fattori viene influenzato potrebbe portare a strategie preventive o anche terapeutiche per interi nuclei familiari, o per persone che vivono a stretto contatto per qualunque motivo.
Il secondo studio, pubbicato su PLoS One, riguarda invece la composizione del microbiota e la presenza di allergie nei bambini cresciuti in campagna in Svezia. Una sessantina di loro, quaranta dei quali avevano animali, sono stati controllati dai tre giorni fino ai 12 mesi, e la differenza è emersa con chiarezza. I piccoli che abitavano in una casa con animali avevano iun microbiota differente dagli altri, con più specie anaerobiche positive, e in seguito hanno avuto meno diagnosi di allergie.
La socialità e la presenza di animali, che hanno un ruolo molto importante nel benessere delle persone da numerosi punti di vista, possono quindi avere anche questo effetto benefico: mai trascurarle.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 3 dicembre 2024
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