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Grazie agli Amish, l’immunodeficienza
con carenza di fattore 1 è meno misteriosa

La ’immunodeficienza con carenza di fattore 1 (CFI 1) è una malattia rara e misteriosa, che interessa il sistema immunitario e che colpisce meno di un nato su un milione. Si manifesta con una maggiore suscettibilità alle infezioni batteriche e frequenti infiammazioni vascolari e nervose che possono richiedere il ricovero per essere trattate in modo adeguato.

Finora, come spesso accade in questi casi, cercare di decifrarla è sempre stato molto difficile per l’esiguità dei pazienti, ma uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania di Filadelfia potrebbe consentire un deciso passo in avanti. Gli autori hanno infatti scoperto che, tra i gruppi di Amish e di Mennoniti di alcune zone dello Utah, l’incidenza è 4.500 volte superiore: tra queste persone, è malato un neonato ogni 730. E proprio tra queste popolazioni i ricercatori hanno individuato una specifica variante del gene che codifica per CF1 che, insieme allo stile di vita rurale e chiuso, e ai pochissini antenati (i fondatori sono stati 80 Amish e 240 Mennoniti in tutto) potrebbe aiutare a capire molto meglio le cause, e a individuare possibili soluzioni.

La paziente che ha destato l’interesse era una bambina che che era stata ricoverata per un’emiparesi, una forte cefalea, perdite di coscienza e per la quale è stata confermata la diagnosi. Quest’ultima ha fatto sì che i pediatri la trattassero con un anticorpo monoclonale chiamato Eculizumab, che blocca la cascata del complemento, cioè la parte di sistema immunitario cui collabora il CF1, riuscendo a ottenere una remissione dei sintomi. Grazie a lei, però, è stato individuato il gene, trovato poi in altri 11 bambini Amish, 5 dei quali già con sintomi gravi.

Sia i bambini degli Amish e dei Mennoniti sia tutti gli altri pazienti potrebbero presto avere grandi benefici dalla scoperta, sia per la diagnosi che per impostare prima possibili le terapie, nella speranza di trovarne presto di ancora più efficaci.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 27 agosto 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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