PERTURBANTI ENDOCRINI
Le donne in gravidanza dovrebbero evitare gli alimenti ultraprocessati: troppi ftalati

Le donne in gravidanza dovrebbero evitare il più possibile di consumare alimenti ultraprocessati, cioè realizzati industrialmente con ingredienti che spesso sono pessimi per la salute quali grassi saturi, sale, zuccheri e additivi, e che sono riconoscibili dalla lista degli ingredienti, sempre molto lunga. E il motivo è che, oltre a quei composti, contengono sempre elevate quantità di ftalati, sostanze plastificanti ubiquitarie nel packaging degli ultraprocessati, sia in quelli acquistati nei supermercati e negozi sia in quelli serviti nei fast food, che passano dai contenitori e dalle pellicole al cibo, grazie alla presenza di grassi, che agiscono da solventi.
Gli ftalati, classe che contiene decine di sostanze diverse, sono infatti associati a conseguenze preoccupanti per il feto, tra i quali un aumento di rischio per lo sviluppo di malattie quali l’autismo e la sindrome da iperattività/deficit di attenzione o ADHD, alterazioni ormonali, parti prematuri e basso peso alla nascita. Ciò accade perché passano la placenta, ed entrano nella circolazione fetale: per questo sono considerati molto pericolosi, e per questo bisognerebbe evitare tutto ciò che può contenerli.
Lo conferma uno studio condotto su un migliaio di donne che hanno affrontato una gravidanza tra il 2006 e il 2011, e delle quali erano stati raccolti campioni di urina, dalla quale è possibile dosare gli ftalati, oltre ai dati medici. Come riferito su Environment International, gli alimenti ultraprocessati costituivano tra il 10 e il 60% dell’alimentazione quotidiana delle donne, con una media del 38,6% (attualmente, in molti paesi la media generale è superiore al 50%). Ma ciò che è apparso più preoccupante è che, per ogni 10% in più di ultraprocessati nell’alimentazione quotidiana, la concentrazione di uno degli ftalati più diffusi, il di(2-etil-exil) ftalato, saliva del 13%.
Gli ultraprocessati sono numerosissimi, e non sempre riconoscibili. Se infatti è facile pensare che lo siano gli alimenti pronti da scaldare (per esmepio, le lasagne, le pizze, alcune minestre e così via), le patatine fritte, i dolci industriali, meno intuitivo è pensare che anche prodotti pubblicizzati come sani quali le barrette o i cereali da colazione o gli yogurt aromatizzati lo siano.
La prima regola da dottare è quindi quella di verificare gli ingredienti: meno sono, e più è probabile che il cibo sia relativamente sano.
Chi è in attesa di un figlio dovrebbe cercare, per quanto possibile, di alimentarsi con frutta e verdure fresche e carni o pesce da cucinare in casa, non lavorate e comunque con alimenti che contengano pochissimi ingredienti, e soprattutto che siano conservati in materiali non plastificati.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 marzo 2024
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