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Un nuovo coronavirus - un ibrido mai visto prima - ha fatto strage di gatti a Cipro

E’ allarme, in Gran Bretagna, per l’arrivo di un gatto da Cipro, ammalato di un coronavirus che da mesi preoccupa i virologi, e che ha causato, nell’isola, una strage. A partire dallo scorso agosto, infatti, i gatti ciprioti, che secondo alcune stime sarebbero circa un milione (tantissimi, più degli umani, al punto che Cipro è anche chiamata l’isola dei gatti), avrebbero iniziato a morire uno dopo l’altro, senza mostrare grandi sintomi se non una sorta di letargia e malessere. Le cifre ufficiali hanno parlato di 8.000 animali morti in poche settimane, ma quelle delle associazioni ambientaliste sono arrivate a 300.000. Mentre il governo autorizzava l’utilizzo di antivirali per uso umano nei felini, e forniva quello per animali chiamato GS-441524, efficace ma costoso, sono partite le indagini virologiche, per le quali le autorità hanno chiesto aiuto all’Università di Edimburgo, in Scozia. E ora un primo lavoro, per il momento non su una rivista sottoposta a peer review ma sul sito BioRXiv, spiega che cosa potrebbe essere successo. I gatti di Cipro hanno un coronavirus mai visto prima, esito dell’ibridazione tra uno di quelli che normalmente colpiscono i gatti con un ceppo molto virulento di uno di quelli che di solito infettano i cani. Il risultato è un coronavirus chiamato  F-CoV-23, nel quale la proteina spike è ereditata dalla forma canina, quasi sempre letale, se non trattato, e altamente infettivo. Secondo le indagini effettuate dai virologi scozzesi, anche il gatto arrivato in Gran Bretagna era stato colpito da F-CoV-23, e dal momento che sembra certa la trasmissione tra felini, l’allarme è elevato, e non solo per le possibili conseguenze tra i gatti britannici.

Questi coronavirus che infettano specie diverse da quella umana sono noti e studiati da tempo, ma F-CoV-23 è il risultato di uno spillover tra cani e gatti, e nel salto di specie ha acquisito alcune caratteristiche che lo rendono particolarmente aggressivo. Per il momento non ci sono rischi per l’uomo, ma è evidente che la stuazione vada monitorata con molta attenzione. In più, ancora una volta, emergono i rischi della convivenza tra un numero elevato di animali di specie diverse, che possono portare a pericolosi riassortimenti genetici. Secondo buona parte della comunità scientifica, è così che si è formato Sars-CoV 2, tra i banchi del mercato di animali di Wuhan, in Cina.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 novembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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