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Dopo anni di aumento delle resistenze,
forse è stato scoperto un nuovo antifungino

La lotta contro le infezioni da funghi o miceti, che preoccupa molto i microbiologi di tutto il mondo, a causa dell’aumento delle resistenze ai pochi farmaci esistenti, e della diffusione di un numero crescente di specie patogene, potrebbe avere presto una nuova arma, straordinariamente efficace e poco tossica. Una nuova molecola, derivata da uno dei farmaci utilizzati quando non ci sono altre possibilità, l’amphotericina B, riservata ai casi gravissimi perché molto tossica per il rene, ha infatti riacceso le speranze di ampliare lp’armamentario farmacologico a disposizione dei malati. I ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana Campaign sono partiti proprio dall’amphotericina B, e ne hanno studiato a fondo il tipo di azione. Hanno così capito che essa uccide i funghi estraendo dalle loro membrane, come una spugna, il grasso principale, l’ergosterolo, e che la carenza che si determina in seguito a questa estrazione provoca la morte delle cellule. Lo stesso – hanno poi dimostrato – avviene nelle cellule di rene, dove è il colesterolo a essere sottratto, con lo stesso tipo di effetti tossici. A quel punto – hanno raccontato su Nature – hanno sintetizzato decine di derivati, modificando leggermente il punto in cui la spugna amphotericina B si lega alle membrane delle cellule, fino a trovarne uno particolarmente promettente. L’AM-2-19 (questo il nome, per ora, del possibile farmaco) è infatti innocuo per il rene ma, testato contro 500 patogeni di quattro sedi corporee diverse, ha mostrato un’eccezionale reattività. Inoltre, si è rivelato efficace anche nei campioni di sangue umano, e innocuo in quelli di rene. Infinne, nei modelli animali infettati con tre delle più comuni infezioni fungine, ha confermato sicurezza e potenza di azione.

AM-2-19, coperta da brevetto da parte della Sfunga Therapeutics, azienda cui partecipano anche, in parte, alcuni degli autori, sta già affrontando la fase 1 delle sperimentazioni nell’uomo. Qualora dovesse mantenere le promesse, ci sarebbe un nuovo, potente strumento per cercare di sconfiggere le temibili infezioni fungine.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 7 dicembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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