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La vitamina D e i suoi analoghi non servono
per contrastare l’asma lieve o moderata

La vitamina D e i suoi analoghi non esercitano alcun effetto protettivo nei confronti delle crisi asmatiche né, in generale, sul controllo della malattia, né negli adulti né nei bambini. E’ questo il verdetto senza appello che emerge dall’ultima analisi della Cochrane Collaboration, il circuito internazionale di esperti che valuta gli studi pubblicati in base a rigidi criteri scientifici, per elaborare risultati supportati da solide risultanze di dati.

In questo caso sono stati presi in esame 20 studi randomizzati e controllati (considerati i migliori, dal punto di vista statistico) che hanno coinvolto 1.155 bambini e 1.070 adulti, tutti con asma da lieve a moderata, trattati con una delle possibili forme di vitamina D o con un placebo, e il risultato è stato che non c’è alcuna differenza statisticamente significativa per nessun dosaggio e in nessuna fascia di età tra vitamina e placebo, neppure in chi, all’inizio dello studio, si trovava in uno stato di carenza di vitamina.

Una revisione precedente, del 2016, aveva suggerito che, per le persone in stato di carenza, qualche effetto ci fosse, ma gli studi presi in considerazione nella nuova elaborazione sono di più, e di qualità migliore (per esempio, non sono stati valutati studi in cui i pazienti siano stati seguiti per meno di 12 settimane). Resta da chiarire l’eventuale ruolo della vitamina D nei casi di asma grave, non compresi nell’analisi attuale.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 20 febbraio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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