Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

La corteccia di china potrebbe aiutare a prevenire la cheratite da lenti a contatto

La cheratite microbica da lenti a contatto è una delle possibili complicanze di chi usa regolarmente le lenti, soprattutto se le tiene anche mentre dorme, o troppo a lungo, e se non applica un’attenzione particolarmente scrupolosa alla pulizia delle mani prima di maneggiarle, e poi al lavaggio delle lenti con sostanze opportune.

Si stima che, nel mondo, colpisca ogni anno non meno di 3,5 milioni di persone, ed è noto che, nei casi peggiori, può portare a danni permanenti all’occhio o, in casi estremi, a cecità. E’ provocata da infezioni trasmesse da diversi batteri, il principale dei quali è lo Pseudomonas aeruginosa, seguito dallo stafilococco aureo, dagli escherichia coli, dalla klebisiella penumoniae e da altri. Per tale motivo, le soluzioni per il lavaggio contengono vari tipi di antimicrobici e disinfettanti, verso i quali, tuttavia, la maggior parte dei batteri è ormai resistente.

Ora però ci potrebbe essere un’alternativa efficace e naturale, basata su un composto noto da millenni per le sue qualità antisettiche: l’idrochinina, molecola estratta dalla corteccia di alcuni alberi come quello della china (Cinchona), usata anche contro la malaria. I ricercatori dell’Università di Portsmouth, in Gran Bretagna, e delle università tailandesi Naresuan e Pibulsongkram Rajabhat, hanno infatti messo a punto un liquido che la contiene, e ne hanno verificato le caratteristiche, confrontandole con quelle di due delle soluzioni per lenti a contatto più vendute in Gran Bretagna.

Il risultato, riportato su Antibiotics, è stato nettamente a favore dell’idrochinina, che ha neutralizzato oltre il 99,9% degli Pseudomonas, eliminato le tracce del biofilm batterico (la sottile pellicola secreta dai germi, che li rende inattaccabili da parte degli antibiotici) e azzerato l’adesione alle superfici delle lenti.

Ora i test proseguono, per verificare sia la sicurezza della soluzione su vari tipi di cellule dell’occhio, sia il comportamento nei confronti dei diversi materiali con i quali sono realizzate le lenti, sia l’efficacia verso vari tipi di batteri che provicano cheratite da lenti.

Se tutto andrà come si spera, entro qualche anno ci potrebbero essere in commercio soluzioni che non contengono né antibiotici né sostanze chimiche disinfettanti, ma solo un estratto di corteccia di china, a base di idrochinina.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 11 marzo 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA