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L’uso eccessivo dei social media può favorire i comportamenti pericolosi degli adolescenti

Gli adolescenti che utilizzano regolarmente i social media sono molto più propensi ad adottare comportamenti a rischio di vario tipo molto di quanto non lo siano i coetanei che non li frequentano, o lo fanno saltuariamente. Lo dimostra una metanalisi condotta con estrema cura, per cercare di limitare le possibili distorsioni derivanti da altri fattori, dai ricercatori dell’Università di Glasgow, in Scozia, che hanno pubblicato quanto scoperto sul British Medical Journal. Verificando la letteratura, hanno identificato 73 studi effettuati tra il 1997 e il 2022, che hanno coinvolto più di 1,4 milioni di adolescenti, cioè bambini e ragazzi dell’età media di 15 anni (in un range compreso tra 10 e 19), in diversi paesi per lo più sviluppati e ricchi.

L’esito è stato inquietante. Chi frequenta tutti i giorni, o comunque spesso e regolarmente un social media, ha infatti un aumento di rischio di consumare alcol del 48%, di assumere droghe del 28% e di fumare tabacco dell’85%  rispetto ai ragazzi che non sono sui social. Inoltre è più a rischio di avere comportamenti sessuali pericolosi del 77% (per esempio, è più spesso vittima o creatore di sexting - l’utilizzo improprio di messaggi a fondo sessuale- e utilizza più spesso i preservativi in modo scorretto). Ancora: assume più facilmente (del 73%) comportamenti socialmente pericolosi come bullismo, aggressività fisica e condotte delinquenziali e ha un rischio circa triplo di essere preda del gioco compulsivo e di avere un disturbo del comportamento alimentare come l’anoressia, sempre rispetto ai coetanei che non usano io social, o lo fanno raramente. Uno degli effetti peggiori, sottolineano gli autori, è proprio quello sull’alcol, che spicca attorno ai 16 anni. Se un ragazzo trascorre due ore al giorno su social, avrà un rischio doppio di iniziare a bere alcolici rispetto a chi non lo fa.

Il quadro che emerge da tutti questi studi, e che è stato dedotto da un grande numero di soggetti, lascia poco spazio al dubbio. I social media sono pericolosi per le personalità in formazione degli adolescenti, e probabilmente bisognerebbe vitare che i ragazzi vi trascorrano troppo tempo, e che lo facciano regolarmente. Gli studi continuano, per definire meglio l’associazione e studiare eventuali contromisure.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 dicembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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