ALZHEIMER
L’inquinamento dell’aria aumenta molto
il rischio di sviluppare una demenza

Il rischio di sviluppare una demenza di Alzheimer può essere significativamente aggravato da un fattore modificabile: l’inquinamento atmosferico e, in particolare, dalle polveri sottili di piccole dimensioni, note anche come PM 2,5, e dal biossido di azoto, entrambi ottenuti dai fumi generati dalla combustione dei motori termici.
Il legame tra inquinamento e demenze è stato suggerito da tempo, ed è considerato uno dei primi tre, per importanza, insieme ai traumi ripetuti alla testa e al consumo eccessivo di alcol (altri fattori sono l’obesità, la scarsa educazione, la depressione nella mezza età, la solitudine e altro ancora). Tuttavia, ora è stato ulteriormente dimostrato in uno studio nell’ambito del quale un gruppo di oltre 1.100 uomini sono stati seguiti per 12 anni, con particolare attenzione proprio alle condizioni dell’aria respirata ogni giorno.
Come riferito sul Journal of Alzheimer Disease, i partecipanti avevano 56 anni all’inizio della rilevazione, e sono stati sottoposti a test specifici per la fluenza verbale, la memoria episodica, la capacità di svolgere compiti esecutivi e quella di elaborare il linguaggio e, parallelamente, al controllo per la presenza di uno dei geni più coinvolti nell’Alzheimer, chiamato APOE4. Dopo 12 anni, i partecipanti, sottoposti agli stessi test, hanno mostrato una chiara relazione tra il fatto di essere vissuti in zone con aria inquinata e un peggioramento del rischio, ancora più evidente nei portatori del gene APOE4. Tutti i parametri e il coordinamento tra le varie funzioni cognitive è risultato peggiorato rispetto ai punteggi ottenuti da chi era sempre vissuto in aree con una situazione dell’aria migliore.
Oltre a tutti gli altri effetti negativi, l’inquinamento atmosferico va dunque combattuto anche per contenere l’incidenza della demenza.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 maggio 2023
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